Un cigno ucciso con una fucilata mentre volava sui campi a San Zenone

L’uccello è stato rinvenuto ferito ma ancora vivo, le cure dei veterinari dell’Enpa non sono però servite a salvarlo. Anche un secondo esemplare sarebbe stato colpito

Ancora un cigno ucciso nelle campagne del Sudmilano, dove nel fine settimana l’animale è stato ferito mortalmente da un colpo di fucile. È successo tutto attorno alle 8.30 di sabato nelle campagne dietro il cimitero di San Zenone dove, dopo aver sentito una serie di spari, i residenti della zona hanno lanciato l’allarme ai vigili del fuoco, che sono accorsi con una squadra dal distaccamento volontario di Melegnano a metà di viale della Repubblica. Dalle prime testimonianze sembrava che, colpiti mentre erano in volo, gli animali feriti fossero due: quando sono arrivati a San Zenone, i pompieri hanno però trovato un solo cigno nelle campagne di San Zenone, che hanno tempestivamente soccorso prima di chiedere l’intervento della polizia della Città metropolitana di Milano. Una volta intervenuti a San Zenone, gli agenti hanno preso in carico l’animale ancora vivo sebbene in gravi condizioni, che hanno quindi trasferito al centro Enpa di Milano, dove i veterinari hanno cercato in tutti i modi di salvargli la vita. Ma troppo gravi si sono rivelate le ferite subite a seguito sia dei colpi da arma da fuoco sia della rovinosa caduta al suolo: è quanto hanno verificato gli stessi esperti dell’Enpa, che hanno trovato dei pallini nel corpo dell’animale.

Sebbene sabato mattina sia stato cercato dai vigili del fuoco di Melegnano, non si hanno invece notizie del secondo cigno, che secondo alcuni testimoni sarebbe stato anch’esso colpito. Proprio partendo dal racconto dei testimoni, in questi giorni scatteranno le indagini per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto e dare un volto al responsabile dell’uccisione, che rischia pesanti conseguenze di natura penale perché i cigni sono animali protetti la cui caccia è assolutamente vietata. «Purtroppo gli spari sugli uccelli protetti sono ancora un fenomeno molto diffuso sul nostro territorio - afferma il consigliere del Grol (Gruppo ricerche ornitologiche lodigiano) Luca Ravizza -: nasce da qui la necessità di rafforzare i controlli per scongiurare il perpetrarsi di episodi simili, che sono già avvenuti anche in un recente passato». Ravizza fa riferimento a quanto accaduto qualche tempo fa ai confini tra Melegnano e Vizzolo, quando un cigno venne ferito mortalmente mentre stava nuotando nelle acque dell’Addetta: anche in quel caso la vicenda aveva destato profondo sconcerto, ma il responsabile non è mai stato individuato.

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