Un appello indirizzato al futuro sindaco

Nel corso delle settimane precedenti il primo turno delle elezioni comunali di Lodi Città, il Laboratorio per la Partecipazione ha voluto interpellare direttamente i candidati sindaci affinché si esprimessero su alcune proposte riguardanti la partecipazione dei cittadini e la cittadinanza attiva.Il Laboratorio promosso dall’Azione Cattolica e dalla FUCI lodigiane, ha lavorato per un anno attorno al tema “Ripartire dalla città”, con la volontà di approfondire e valorizzare la partecipazione istituzionale, civica e sociale del nostro territorio. Da questo percorso è sorta l’esigenza di scrivere una lettera aperta ai candidati sindaci nella quale sono state espresse idee e richieste per quanto riguarda il Comune e il territorio di Lodi. In sintesi esse hanno riguardato: - l’impegno a favore della sussidiarietà, da sostenere anche a livello economico; -l’impegno a favore del volontariato organizzato, quale soggetto autonomo con cui interagire e da valorizzare in quanto tale; -la conferma dello strumento delle consulte comunali, in quanto luogo di partecipazione attiva non solo consultiva, ma anche propositiva e di indirizzo; -la disponibilità alla verifica pubblica delle scelte amministrative e di politica sociale; -la costituzione dello strumento dell’Osservatorio Comunale per monitorare le questioni sociali più urgenti.Sei candidati – di cui apprezziamo la disponibilità – sui sette interpellati hanno risposto, solo Andrea Dardi si è sottratto al confronto. Dalle risposte, che potete trovare sul sito dell’Azione Cattolica lodigiana, è emerso una condivisione dei principi generali e dello spirito della lettera, e disponibilità personale. Le risposte però sembrano indugiare nell’individuazione dei passi specifici.Con l’intento di andare più a fondo, e come suggerito da alcune risposte, siamo andati a leggere i programmi elettorali dei due candidati al ballottaggio.Simone Uggetti afferma di voler confermare le Consulte per la Famiglia e per i Nuovi Cittadini, avanza la proposta dei laboratori di quartiere come luoghi di “dialogo, proposta e controllo dell’attività amministrativa”. Sul versante opposto, c’è l’insistenza da parte di Giuliana Cominetti sul ruolo dell’associazionismo – in particolare quello familiare – e sulle “iniziative, reti e progetti che nascono dalla società”. Riprendendo le attenzioni già segnalate nella lettera aperta, per le quali il Laboratorio auspica la creazione di un osservatorio comunale, dobbiamo registrare accentuazioni differenti in particolare sul tema della legalità e dell’integrazione degli immigrati e degli esuli politici.Apprezzando i buoni propositi, auspichiamo che questi possano definirsi con più puntualità già dai prossimi mesi, e che la sussidiarietà affermata possa tradursi in concreti e coerenti atti amministrativi da parte del futuro Sindaco e della sua giunta.A tal proposito ci permettiamo di chiedere con forza che, fin dai primi atti, si inizi con la conferma e il potenziamento delle Consulte per la Famiglia e quella per i Nuovi Cittadini, e si prosegua con la valutazione dell’opportunità di attivare altri organi istituzionali simili, che non possono essere considerate bandiere di parte ma luoghi della partecipazione attorno ai quali convergere per il bene delle persone e della città.

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