Ultimo “squillo”per quasi 30mila studenti
nel Lodigiano

Al Tosi sfilata di trattori, al Volta i ragazzi non volevano uscire da scuola, all’Einaudi cantavano dai banchi

In quasi 30mila alunni, ieri mattina, hanno salutato questo terribile anno scolastico segnato dalla pandemia, con relazioni umane devastate dalle assenze.

Così, ieri, ultimo giorno di scuola, le emozioni provate dai ragazzi e dai loro professori hanno avuto un significato diverso. Con la speranza da parte di tutti, a partire dai presidi, che, grazie alle vaccinazioni, il Covid diventerà presto un ricordo, da non cancellare, ma pur sempre un ricordo. A Lodi l’istituto Volta si era messo d’accordo con il Gandini, per far uscire i ragazzi in orari diversi. Solo fuori dalla scuola, i giovani hanno dato sfogo all’allegria, suonando clacson di macchine, moto e biciclette.

«Abbiamo dovuto invitarli noi, questa volta, a lasciare la scuola - ammette la preside Luciana Tonarelli -, perché gli studenti non volevano uscire». Al Maffeo Vegio di Lodi, un gruppo di ragazze che era di turno con la didattica a distanza, ieri, si è collegato con il resto degli studenti, dal cortile delle 3 età, per stare insieme l’ultimo giorno di scuola. Per non creare assembramenti, qualche classe ha preferito passare l’ultima ora negli spazi aperti della città, con la professoressa di ginnastica. Anche all’Einaudi, gli studenti hanno mostrato una grande maturità. «I ragazzi sono stati tutti molto ordinati - spiega la vice preside Emanuela Maffeo -. Sono state organizzate partite di pallavolo nel cortile e i ragazzi sono stati molto disciplinati. È come se il Covid avesse dato loro una grande batosta. Sono stati contenti di essere stati insieme a finire l’anno scolastico, una fine anno che apre a una vita normale, mentre quello dell’anno scorso è stato un fine anno molto traumatico. Adesso si respira un futuro di speranza. Gli studenti hanno riscoperto la bellezza di essere insieme a festeggiare. Ad un certo punto stavo passando nelle classi, ho notato che erano tutti seduti ai loro posti e cantavano insieme, le loro canzoni, dai banchi. Mi ha colpito molto. Non c’è stato niente di sguaiato e di eccessivo, come se il Covid avesse dato una anche lezione di umiltà e trasmesso il senso di realtà. Speriamo che l’anno prossimo sia più normale».

La stessa speranza arriva dal preside del Bassi Francesco Terracina: «Siamo tutti contenti - ha detto - di finire questo anno assurdo». All’istituto agrario Tosi di Codogno, l’ultima campanella è stata accompagnata da una emozionante sfilata di trattori.

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