Ucraina, sono 175 i profughi approdati nel Lodigiano: tutte le cifre dell’accoglienza

Il territorio ha aperto le braccia per ospitare le famiglie che sono fuggite dal conflitto scatenato da Putin: 74 le abitazioni, il numero maggiore di famiglie è ospitato a Lodi e Sant’Angelo

In sette giorni sono cresciuti di 100 i profughi ucraini ospiti nel Lodigiano, presso parenti, amici o persone che hanno dato loro ospitalità tramite la rete sociale delle organizzazioni di volontariato. Ieri il dato ufficiale riportava 170 ucraini in fuga dalla guerra ospitati in provincia di Lodi presso privati, altri 5 accolti al centro d’accoglienza di Lodi gestito dalla Caritas. Trenta delle persone scappate dalla guerra sono arrivate da sole, altre 145 invece sono suddivise in 52 nuclei familiari monoparentali, soprattutto mamme, ma anche nonne o zie, con figli al seguito. Sono 60 i minori complessivamente ospitati nel Lodigiano che hanno età scolastica, dai 6 ai 16 anni: per loro sono già stati attivati o sono in corso di preparazione anche i percorsi scolastici.

I profughi ucraini sono diffusi su tutta la provincia, in 74 abitazioni che li hanno accolti. Il numero maggiore di famiglie è ospitato a Lodi e Sant’Angelo 10 , poi a Casalmaiocco e Salerano 4, a Casale, Vidardo e Mairago 3, a Castiglione, Codogno, Cornegliano, Corte Palasio, Guardamiglio, Montanaso, San Martino, Tavazzano e Zelo 2, poi 1 a Caselle Lurani, Castelgerundo, Cavenago d’Adda, Corno Giovine, Crespiatica, Fombio, Livraga, Lodi Vecchio, Marudo, Massalengo, Merlino, Mulazzano, Orio Litta, Ospedaletto, Pieve Fissiraga, San Rocco al Porto, Secugnago, Valera Fratta. Questi sono i numeri ufficiali, cioè riferiti ai profughi arrivati e che hanno registrato la loro presenza presso i comuni o presso la questura di Lodi, ma le presenze potrebbero essere maggiori: la situazione è in evoluzione giorno dopo giorno, e alcuni potrebbero già essere nel Lodigiano ma non essersi ancora registrati. I dati sono poi convogliati alla prefettura di Lodi, che rimane in coordinamento con gli organismi centrali e anche con il consolato ucraino di Milano. «Siamo impegnati in un lavoro incessante per essere pronti all’accoglienza – dice il prefetto Giuseppe Montella -. Finora il flusso di arrivi si è appoggiato alla rete parentale o del privato sociale, ma come prefettura abbiamo avviato una manifestazione d’interessi per eventuali nuove disponibilità nei centri d’accoglienza, per essere pronti qualora si rendesse necessario. Finora l’accoglienza è stata ordinata e lineare. Abbiamo chiesto alle amministrazioni comunali di attivare il sistema del volontariato per creare una rete di supporto a queste persone».

© RIPRODUZIONE RISERVATA