Tutti in coda per sottoporsi al test rapido in auto

Sabato al Parco tecnologico è partito il servizio di accertamento veloce per combattere il Covid. È riservato alle scuole

Alle nove passate da qualche minuto, sabato mattina, ci sono già una decina di auto in coda. Le prime sono arrivate tre quarti d’ora prima, alle 8.15. Arrivarci è semplice: alla rotatoria in direzione di Lodi Vecchio c’è un maxi-cartello – scritta bianca, sfondo rosso, impossibile non notarlo, anche nei giorni di nebbia come quello di sabato – e davanti al polo universitario, cominciano anche le indicazioni appena realizzate sull’asfalto. Si legge centro prelievi insieme a una freccia che indica la direzione. Il viaggio si conclude al Parco Tecnologico Padano, già punto di riferimento per le analisi dei tamponi Covid, capace oggi di analizzare qualcosa come 1200 campioni al giorno, grazie ai due turni da sei esperti ciascuno in attività dalle 7 alle 24. Qui lo Stato Maggiore della Difesa ha attivato uno dei 200 Drive Through dell’Operazione Igea: i militari del 10° Reggimento Genio Guastatori di Cremona hanno operato per l’allestimento e il Comando Operativo Interforze garantisce il personale sanitario militare. Sabato mattina tutto era pronto per accogliere i primi lodigiani in auto, al momento parte del circuito “scuola”, ergo alunni, insegnanti, operatori scolastici. Sulle prime auto in coda si scorgono anche dei bambini curiosi, che cercano una distrazione nel panorama avvolto nella nebbia, mentre i genitori, con i moduli in mano, sono carichi di domande su un servizio che è una novità per Lodi. Il primo punto di approdo è un gazebo, dove una militare dell’esercito accoglie gli utenti con un sorriso. Si occupa dell’accettazione e una volta concluse le operazioni burocratiche, le auto proseguono la coda nella corsia creata ad hoc con new jersey bianchi e rossi. Il secondo punto di arrivo è una tenda per altre operazioni amministrative - si stampano le etichette per i campioni - , poi si arriva al terzo step, che è punto di riferimento per i test antigenici rapidi. Si rimane in auto e il personale sanitario procede al test tramite il finestrino aperto. «Quello che viene inteso oggi come test rapido – spiega Giuseppe Cambiè, primario del laboratorio analisi dell’Asst – cerca solo le proteine di superficie del virus: è un po’ come vedere la fotografia della carta di identità. Invece il test molecolare va a cercare il genoma del virus e richiede metodiche che possono essere svolte solo in laboratorio». L’auto passa oltre e nel parcheggio si aspetta di tirare un sospiro di sollievo. Quindici minuti in tutto, poi arriva o l’attestazione di negatività – che permette di tornare a scuola – o il risultato positivo che richiede il passaggio alla fase successiva. Ergo si scende l’auto, si raggiunge la postazione all’interno del Ptp per il tampone molecolare e il questionario per l’indagine epidemiologica. Che permette quindi di rintracciare i contatti che saranno poi presi in carico da Ats. In questo caso, si torna a casa in auto, ma con l’obbligo dell’isolamento, in attesa dell’esito. A seguire le prime operazioni anche il sindaco di Lodi Sara Casanova, accanto ai volontari di Protezione civile. Per i piccoli, il Comune ha preparato anche delle piccole sorprese, per distrarli e regalare loro un sorriso. A coordinare sul campo c’è il colonnello Fabio Zullino, direttore dell’Ospedale militare di Milano. Alle 11 passate da qualche minuto, erano 60 i test rapidi già effettuati, 4 i responsi positivi, circa l’8 per cento

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