Troppi i senza lavoro, gelo sull’economia

Le conseguenze della crisi e le politiche di austerità per risanare i bilanci statali continuano a gravare sull’economia europea: nessuna ripresa nel 2013, se ne riparlerà nel 2014. E per quest’anno è atteso un ulteriore aumento della disoccupazione. È quanto confermano le “Previsioni economiche d’inverno” della Commissione Ue, che tengono in considerazione i dati del 2012 e si proiettano fino a tutto il 2014. Il vice presidente dell’Esecutivo con delega per gli affari economici e monetari, Olli Rehn, nell’esporre oggi le Previsioni - che saranno oggetto di valutazioni al Consiglio europeo del 14 e 15 marzo - ha segnalato luci e ombre: “Il riequilibrio dell’economia europea tuttora in corso grava sulla crescita a breve termine. Deludenti i dati oggettivi della fine dell’anno scorso, più incoraggianti alcuni dati soggettivi del passato recente, in aumento la fiducia degli investitori per il futuro: questa, in sintesi, la situazione attuale”. Per Rehn, “i recenti decisivi interventi a livello politico stanno spianando la strada verso la ripresa. Dobbiamo mantenere la rotta delle riforme”. Nelle Previsioni si legge: “Data la debolezza dell’attività economica negli ultimi mesi del 2012, l’anno corrente è partito dal basso e questo, combinato con un ritorno alla crescita più lento del previsto, proietta per il 2013, su base annua, un livello basso di crescita del Pil nell’Ue27 pari allo 0,1%, e una contrazione pari a -0,3% nella zona euro”. Dunque nelle valutazioni previsionali della Commissione si evidenzia che l’economia reale non mostra fattori di crescita a breve, “nonostante il notevole miglioramento registrato nella situazione dei mercati finanziari” a partire dalla scorsa estate. Quindi una sottolineatura: “Dagli indicatori di tendenza emerge tuttavia che il prodotto interno lordo dell’Unione sta risalendo la china e si prevede una accelerazione graduale dell’attività economica”. Per la Commissione, “inizialmente la ripresa della crescita sarà trainata dalla domanda esterna”; stando alle proiezioni, “l’aumento degli investimenti e consumi interni è atteso per più avanti nell’anno, mentre si prevede che la domanda interna subentri nel 2014 come principale traino del rafforzamento della crescita del Pil”. Quindi, concretamente, qualche miglioramento percepibile per i cittadini si avrà solo dal prossimo anno. Rehn chiarisce che “la dissonanza fra il miglioramento della situazione dei mercati finanziari e le mutate prospettive macroeconomiche per il 2013 trova in gran parte origine nel processo di aggiustamento di bilancio”, che continua a pesare sulla crescita. “Con l’avanzare di tale processo si consoliderà anche la base della crescita nel 2014, che, secondo le proiezioni, sarà dell’1,6% nell’Ue e dell’1,4% nella zona euro”. Poi uno dei dati più preoccupanti: “L’attuale debolezza dell’attività economica comporterà quest’anno un incremento della disoccupazione all’11,1% nell’Ue e al 12,2% nella zona euro”. “Al momento consumi e investimenti interni europei sono frenati”, si legge nelle Previsioni della Commissione, in relazione alla debolezza del ciclo, alla “incertezza” dei mercati finanziari e dell’attività produttiva e commerciale, del “protrarsi dell’aggiustamento dei bilanci”. Qualche elemento positivo arriva sul versante dei conti pubblici: “Le incisive misure di bilancio che gli Stati stanno attuando dovrebbero determinare nel 2013 un’ulteriore riduzione dei disavanzi nominali al 3,4% nell’Ue e al 2,8% nella zona euro”. Per alcuni Paesi resta poi il grave problema del debito, che raggiunge livelli record, nel 2013, in Grecia (175,6% sul prodotto interno lordo), Italia (128,1), Portogallo (123,9), Irlanda (122,2), Belgio (100,8). Le Previsioni segnalano una graduale diminuzione dell’inflazione, sotto il 2%, in relazione al fatto che la bolletta energetica dovrebbe pesare meno nei prossimi mesi. Le numerose tabelle che accompagnano le Previsioni della Commissione Ue, mettono in risalto una situazione molto differenziata fra i Paesi aderenti. Ad esempio il dato del Pil segnala che nel 2012 per l’intera Ue27 è stato di segno negativo: -0,3% (-0,6 nei 17 Stati che adottano la moneta unica). Il Pil dovrebbe risalire, stando alle proiezioni su base annua, allo 0,1% nel 2013 (-0,3% nella zona euro) per poi arrivare a +1,6% nel 2014 (+1,4% nella zona euro). Ma i numeri per nazione indicano i casi di grave ritardo di Grecia (-4,4% nel 2013), Cipro (-3,5), Slovenia (-2,0), Portogallo (-1,9), Spagna (-1,4), Italia (-1,0). Le migliori performance sono quelle delle repubbliche baltiche (attorno a +3,0%), con dati positivi anche per Polonia, Romania, Svezia, Bulgaria. La crescita del Pil per la Germania quest’anno è +0,5%, quello della Francia +0,1% e quello del Regno Unito +0,9%. Diversificato anche il mercato del lavoro: le realtà più compromesse permangono quelle di Grecia (con il record previsto di disoccupati: 27,0%), Spagna (26,9), Portogallo (17,3), Irlanda (14,6). Fra i Paesi più grandi, la Germania ha raggiunto un livello minimo di disoccupazione, pari al 5,7% (bene anche Austria e Paesi Bassi), la Francia è al 10,7, l’Italia all’11,6, il Regno Unito all’8,0 e la Polonia al 10,8%.

© RIPRODUZIONE RISERVATA