Troppi gli assembramenti: “appello” del prefetto di Lodi

Lunedì un vertice con i rappresentanti delle categorie per richiamare a una più attenta applicazione delle norme anti contagio

La movida eccede, troppi gli assembramenti e il distanziamento sociale è un ricordo. Il prefetto di Lodi Marcello Cardona convoca le associazioni di categoria: «Necessaria ancora tanta attenzione e senso di responsabilità da parte di tutti, degli esercenti in primis». Ma a tutti i presenti l’appello è sembrato molto più che un semplice invito.

Ieri in prefettura sono stati convocati il presidente di Asvicom Vittorio Codeluppi, il segretario generale di Confcommercio Lodi Isacco Galuzzi, il vicesegretario provinciale di Confartigianato Mauro Parazzi, le associazioni che contano il maggior numero di iscritti tra bar e ristoranti lodigiani. All’incontro hanno partecipato direttamente il prefetto Marcello Cardona e il questore di Lodi Giovanni Di Teodoro per fare il punto della situazione a circa un mese e mezzo dalla riapertura di bar e ristoranti. Ma non si è fatta solo la fotografia della situazione.

A preoccupare, e non da ora, le forze dell’ordine e la prefettura è un’eccessiva libertà nell’interpretazione delle norme anti-contagio. Dopo le prime prudenti settimane, a Lodi ma anche a Casale, Codogno e in forma minore in altri centri del Lodigiano, la movida ha fatto dimenticare i motivi del lockdowdn e il fatto che, se l’emergenza sanitaria è rientrata, il contagio è però ancora presente e il virus circolante. Tantissimi giovani accalcati agli ingressi dei locali, spesso senza mascherina, con il cocktail in mano da sorseggiare per strada. Il distanziamento sociale è un ricordo.

Ma tutto questo non va bene, ed è proprio questo il messaggio passato ai rappresentanti delle associazioni di categoria da trasmettere ai propri iscritti. Il prefetto Marcello Cardona infatti in più d’una occasione aveva ribadito di non voler mettere in campo attività repressive, ma piuttosto di voler accompagnare gli imprenditori e gli esercenti in una ripartenza all’insegna della prudenza. È lo stesso invito, pressante, che è stato fatto ieri alle associazioni di categoria: attenzione al rispetto della normativa, responsabilità degli esercenti nel guidare i propri clienti verso un divertimento che non metta a rischio gli sforzi fatti finora. Perché il Lodigiano è stato il luogo da cui tutto è partito, e un nuovo focolaio in provincia potrebbe avere un impatto devastante. Per questo la Prefettura di Lodi si aspettava maggiore collaborazione da parte dei locali e dei bar lodigiani, e ora la pretende.

Non è un cambio di rotta, a quanto si apprende: la Prefettura si aspetta che ciascuno faccia la propria parte fino in fondo, e non è previsto al momento un giro di vite, ma solo una proficua collaborazione nel gestire la situazione. Anche perché, se ciò non avvenisse, le norme sono particolarmente stringenti per gli avventori ma anche per gli esercizi commerciali, che in caso di inosservanza possono incappare nella sospensione dell’attività da 5 a 30 giorni.

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