Troppa maretta nelle aule scolastiche

Le vacanze di Pasqua sono arrivate in un momento in cui c’è, nel mondo scolastico, un po’ di “maretta”. Cosa che, in sé, non è proprio una notizia, perché la maretta è probabilmente la condizione abituale del mondo della scuola, sempre più o meno agitato da aspettative e tensioni che coinvolgono, a diversi livelli, tutte le sue componenti. Comunque: le lezioni si sono interrotte all’indomani di un passaggio importante come il via libera definito ai decreti attuativi che completano il disegno riformatore avviato dal governo Renzi e ora proseguito da quello guidato da Gentiloni. Dopo i decreti, ecco un altro step atteso e controverso: la firma del nuovo accordo sulla mobilità dei docenti, questione che aveva scatenato polemiche a non finire. In ballo c’è anche il tema della cosiddetta “chiamata diretta”, cioè la possibilità, da parte del dirigente scolastico, di selezionare e chiamare i docenti nel proprio istituto. Le polemiche che hanno accompagnato la novità della Buona Scuola riguardavano la discrezionalità dei presidi. E proprio su questo punto interviene la nuova intesa, raggiunta dopo una lunghissima trattativa tra governo e sindacati.Il ministero dell’Istruzione spiega che con l’accordo raggiunto “si punta a valorizzare il lavoro collegiale all’interno delle istituzioni scolastiche. I requisiti per l’individuazione delle e dei docenti saranno adottati dal dirigente scolastico, previa delibera del Collegio dei docenti su proposta dello stesso dirigente. Le insegnanti e gli insegnanti sono infatti individuati in coerenza con il Piano triennale dell’offerta formativa, deliberato in modo collegiale all’interno delle scuole. Una volta adottati i requisiti, le e i dirigenti scolastici effettueranno poi le procedure di individuazione delle insegnanti e degli insegnanti per la copertura dei posti vacanti”. In sostanza, più collegialità e meno discrezionalità. Così la pensano, soddisfatti, i sindacati. “Si affida questa scelta – ha detto ad esempio Maddalena Gissi, Cisl – all’organo collegiale che può recuperare protagonismo. La scelta dei criteri, su proposta del dirigenti, sarà coniugata con le competenze professionali necessarie alla scuola. Ci sarà la possibilità di aprire un dibattito nel collegio docenti”.L’intesa governo-sindacati “abbassa le onde”, ma il mare della scuola resta moderatamente mosso (la maretta dell’inizio), vuoi perché sul tema dei trasferimenti, sia pure in un quadro maggiormente condiviso, restano nodi da risolvere – e la Gilda, ad esempio, protesta – e passaggi organizzativi complicati (a cominciare dalla determinazione dei posti in organico), vuoi perché ci sono altre “turbative”: è in dirittura d’arrivo la consueta polemica sui test Invalsi e cresce il malcontento tra i dirigenti per l’eccessiva burocratizzazione. L’associazione nazionale presidi (più di 3.600 iscritti su 7.500 capi d’istituto) ha già proclamato lo stato di agitazione in tutt’Italia. Maretta, appunto.Le vacanze pasquali ci hanno aiutato a calmare le acque, facendo prendere un po’ di distanza dai problemi che si accavallano? Probabilmente no. Ma le acque agitate – nei limiti della navigabilità – sono una condizione anche positiva, segno che il mondo della scuola continua a combattere, a cercare il meglio. A volte si scontrano interessi, a volte le polemiche sono stucchevoli e forse strumentali, in altri momenti sembra di assistere alla masochistica complicazione di affari semplici: ma è la scuola, bellezza. O la bellezza della scuola.

© RIPRODUZIONE RISERVATA