Trecentomila metri quadri di capannoni per «cinquecento posti di lavoro» tra Ospedaletto e Livraga: la Provincia di Lodi dice sì

Via libera al progetto di business park del colosso immobiliare Akno, la parola alla Regione

Consumo di suolo zero, appalti alle ditte locali, qualità dell’occupazione valutata anche dai sindacati, compensazioni a vantaggio del territorio. La Provincia di Lodi delibera la proposta di adesione all’Accordo di programma regionale per l’insediamento Akno Business Park sulle aree oggi agricole di Ospedaletto e Livraga.

È il passo ufficiale per arrivare a un sì o a un no definitivo per il nuovo grande polo logistico da 300mila metri quadrati di fianco al casello autostradale A1 di Ospedaletto. A questo punto sarà la Regione a dare il via libera o meno all’accordo di programma, un passaggio obbligato i cui tempi si prospettano ancora lunghi, e senza certezza del risultato: la conclusione potrebbe arrivare tra 12 o 18 mesi. «Per il territorio è un’occasione che bisogna cercare di far fruttare, sarà Regione a valutarla», commenta il presidente Francesco Passerini.

Nelle premesse della delibera, anche un po’ di cronistoria, dal primo contatto ufficiale con nota del 29 marzo 2018 da parte di Akno Business Park, fino al tentativo della Provincia di indirizzare la scelta dell’insediamento verso le aree dismesse, rifiutate perché a troppa distanza dai caselli autostradali, inadeguate in termini di accessibilità e infrastrutture, incertezze sulla bonifica, oltre alla necessità di attraversare centri urbani (Casale) per raggiungerle. L’insediamento sull’area di Ospedaletto e Livraga invece è a 500 metri soltanto dal casello autostradale della A1, senza attraversamento di centri abitati o intersezioni con altre grandi vie di traffico. Nelle premesse un cenno anche ai livelli occupazionali presentati in fase preliminare da Akno Business Park, 500 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. La Provincia di Lodi però determina anche gli obiettivi: consumo di suolo zero (attraverso le compensazioni e le retrocessioni di aree costruibili da parte dei comuni d’ambito), appalti di realizzazione «a imprese del territorio», coinvolgimento dei sindacati per numeri e modalità dell’occupazione, una serie di compensazioni territoriali, non ai singoli comuni, ma a palazzo San Cristoforo, per una visione più omogenea e territoriale. Inoltre, le costruzioni saranno inserite in un contesto verde di tutela del paesaggio e per la sicurezza ambientale. Il tutto coperto da assicurazioni fideiussorie a garanzia dell’operazione.

«In un processo del genere si hanno sempre dei dubbi sulla validità dell’operazione per il territorio, ma a fronte di un Lodigiano in cui le multinazionali scappano, riuscire a portare un investimento importante è un’occasione da non farsi sfuggire – dice il presidente della Provincia Francesco Passerini -. Se avremo quanto richiesto, consumo di suolo zero, numeri e qualità dell’occupazione importanti, una struttura inserita paesaggisticamente nel territorio circostante, il tutto senza problemi particolari per il traffico aggiuntivo, allora il Lodigiano ne trarrà dei benefici importanti. Sarà Regione ora a determinare se saranno caratteristiche adeguate o meno. L’esito non è scontato, perché dopo Expo è la prima volta che si promuove un accordo di programma, e in qualche modo questa procedura sarà un’apripista anche per altri territori».

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