Terzo settore all’Expo: sarà la prima volta

Sarà “Cascina Triulza”, un complesso architettonico di quasi 8000 mq., con 5100 mq di spazio aperto, la più grande area espositiva all’interno di Expo 2015, a ospitare le organizzazioni della società civile. Un’occasione irripetibile: per la prima volta, un’esposizione universale dà quest’opportunità al mondo del Terzo Settore. “Expo 2015”, che si svolgerà a Milano e che avrà come tema “Nutrire il pianeta, energie per la vita”, sarà una grande opportunità per il mondo del Terzo Settore. Per la prima volta, un’esposizione universale avrà un padiglione dedicato alle organizzazioni nazionali e internazionali della società civile, sulla cui identità saranno coinvolti giovani designer di tutto il mondo, che avranno il compito di progettare elementi di seduta e piani d’appoggio mobili, sistemi di ombreggiamento e chioschi tematici per la somministrazione di prodotti, al fine di rendere il padiglione accessibile a tutti. Sabato 12 aprile, a Milano, nell’ambito di “Fuori Salone”, la kermesse del disegn, sarà presentata la Call Internazionale che coinvolgerà i giovani designer e che sarà lanciata nelle prossime settimane.Ad occuparsi della gestione dello spazio - una fattoria abbandonata, di quasi 8000 mq., con 5100 mq di spazio aperto, la più grande area espositiva all’interno di Expo 2015, i cui lavori di adattamento, iniziati a settembre dello scorso anno, saranno ultimati entro dicembre 2014 - e del coordinamento degli eventi sarà, insieme a Expo 2015 S.p.A., Fondazione Triulza, un network di quasi 60 realtà del Terzo Settore: dalle Acli all’Arci, dalla Compagnia delle Opere a Legambiente, che attraverso specifiche call internazionali, raccoglie istanze e proposte delle organizzazioni della Società Civile e del Terzo Settore in vista dell’evento. Nella Cascina Triulza, le organizzazioni della società civile italiane e internazionali potranno allestire una propria area espositiva e organizzare gli eventi (laboratori, workshop, conferenze e concerti) negli ambienti esterni ed interni alla Cascina, sia individualmente che cooperando tra loro.Il nostro Paese si caratterizza per un tessuto associativo tra i più interessanti del mondo, con moltissime esperienze di autorganizzazione di base e di innovazione sociale, che vanno dalla vita sana alla difesa dell’ambiente, dalla produzione culturale alla preservazione del patrimonio materiale e immateriale, dalla coesione sociale alle politiche per i giovani, dalla promozione dell’intercultura alla cooperazione internazionale. A queste organizzazioni, si aggiungono migliaia di imprese “ad alto valore sociale, ambientale e culturale”. Secondo una ricerca del 2012, realizzata da UniCredit Foundation e dall’Istituto di ricerca Ipsos, il comparto del Terzo Settore ha un giro d’affari di circa 67 miliardi di euro e un fatturato pari al 4,3% del Pil. L’indagine stimava in oltre 650mila il numero di persone impiegate, con un incremento nel decennio di circa il 35%. I dati del 9° Censimento dell’industria, servizi e istituzioni non profit, resi noti dall’Istat nel 2013, hanno certificato il consolidamento del Terzo settore: al 31 dicembre 2011, le organizzazioni non profit attive in Italia sono 301.191, con un incremento del 28% rispetto al 2001. Un altro elemento molto rilevante riguarda l’incremento del numero di associazioni non profit con addetti (+9,5%) con una crescita del personale dipendente del 39,4% rispetto al 2001. Siamo, in sostanza, un Paese che ha grandissime potenzialità ulteriori di espansione su questo terreno. L’opportunità offerta da Expo 2015 sarà di straordinaria importanza per confrontarsi con le esperienze che ci sono nel mondo. Per esempio, con gli Stati Uniti, dove - in base ai dati diffusi dalla Corporation for National and Community Service - i volontari che animano le organizzazioni non profit, sono circa 63,4 milioni (il 26% della popolazione) e prestano 8,1 miliardi di ore di lavoro non retribuito, per un controvalore nel 2010 calcolato in 173 miliardi di dollari.

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