Televisione sconfitta dal referendum

C’è una evidente sproporzione fra gli spazi di informazione, analisi e opinione dedicati agli appuntamenti elettorali e quelli riservati alle consultazioni referendarie. Se si tratta di un voto politico o amministrativo, la campagna elettorale sui media comincia molto prima del tempo, i botta-e-risposta fra i leader sono argomento di polemica quotidiana, si rende conto a piene mani dei sondaggi sul possibile esito, si riportano per filo e per segno i particolari sulle schermaglie, non si lascia passare un giorno senza riprendere l’argomento con qualunque pretesto. Quando, invece, si tratta di referendum, i media sono più distratti, così come lo sono gli elettori, rispetto ai quesiti su cui si è chiamati ad esprimersi. È successo anche nei giorni scorsi, per i quesiti referendari del 12 e 13 giugno, che hanno chiamato gli italiani a dire cosa pensano della privatizzazione dei servizi di fornitura dell’acqua, della determinazione delle tariffe del servizio idrico, della realizzazione di centrali per l’energia nucleare sul suolo italiano, della legge relativa al “legittimo impedimento”. Stando a quanto riportato dalla televisione e dai giornali, nelle ultime due settimane l’azione dei sostenitori del “sì” si è fatta sempre più presente, mentre i sostenitori del “no” hanno giocato di rimessa e i sostenitori dell’astensione hanno scelto toni bassi, forse proprio per favorire il loro obiettivo facendo in modo che l’attenzione popolare si indirizzasse altrove. Soltanto nei giorni immediatamente precedenti il voto, telegiornali e programmi di approfondimento informativo si sono preoccupati di illustrare ai cittadini la posta in gioco, mentre hanno continuato a tenere banco le questioni politiche di più largo raggio legate in particolare alla nuova fase che si è aperta con la sconfitta del centrodestra alle amministrative. L’esito per i promotori della consultazione è stato comunque confortante, con un’affluenza che si è attestata intorno al 57% e ha permesso di raggiungere il “quorum” del 50% degli elettori più uno. La percentuale di votanti è stata una delle più alte degli ultimi anni. Anche questo risultato dovrà pur far riflettere i media sulla loro distanza dalla gente.

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