Tasse in crescita, l’unica via d’uscita

Montecitorio, sede della Camera dei deputati, ha 1.600 dipendenti, che nel 2010 sono costati 90 milioni di euro. Lo stipendio base di un neo-assunto è di 2.600 euro e il segretario generale arriva a oltre 28mila euro al mese. Più del capo dello Stato. Parlare di “bengodi romano”, specie in questo periodo di vacche magre, appare più che legittimo. Soprattutto per il contribuente medio, quello lodigiano ad esempio, che nel 2012 si vedrà le tasche alleggerite non soltanto dalle nuove tasse imposte da Roma con la manovra “salva Italia”, ma anche dalla “stretta” dei comuni. I sindaci nostrani, alle prese con minori trasferimenti da Roma e servizi fondamentali da garantire, rischiano infatti di dover compiere scelte impopolari. Tutti i comuni del territorio potrebbero essere costretti ad alzare l’asticella delle entrate fiscali. Che tradotto, significa più tasse per i cittadini.

Il viaggio nel territorio lodigiano parte dalla Bassa, da Casale. Sotto la torre Pusterla è in previsione l’aumento dell’Irpef di due punti. Sono inoltre appena state ritoccate le tariffe dell’asilo nido, con rivisitazione delle fasce di compartecipazione. Nel 2012 è in programma il rinnovo dell’appalto rifiuti e proprio in quella sede potrebbe essere ritoccata la Tarsu. Non è ancora certo, invece, se verranno alzate le aliquote dell’Imu, la nuova imposta sulla casa che sostituirà l’Ici.

“Coperta corta” anche per il comune di Lodi Vecchio, centro tradizionalmente “rosso” e dunque molto attivo nell’erogazione dei servizi, specie sul fronte sociale. Il gettito dell’Imu non è ancora stato quantificato, ma dal comune non si attendono entrate superiori alle attuali (il mancato introito Ici oggi è in parte compensato da trasferimenti statali). Per il 2012 è inoltre previsto un taglio dei contributi dello Stato pari a 270mila euro. Come far quadrare i conti l’anno prossimo? Gli oneri di urbanizzazione dal primo gennaio aumenteranno. Alcuni servizi a domanda individuale sono già aumentati, mentre per gli altri si dovrebbe effettuare una revisione prima di adottare scelte definitive. Le aliquote della nuova Imu non dovrebbero discostarsi da quelle della vecchia Ici. Le maggiori entrate, dunque arriveranno dall’aumento dell’addizionale Irpef.

Passiamo ora a due comuni che nella primavera 2012 andranno al voto: Sant’Angelo e Melegnano. È risaputo che nei mesi precedenti alle elezioni i sindaci (specie se intendono ricandidarsi) fanno di tutto per non aumentare le tasse. Il comune di Sant’Angelo dovrebbe dare il via libera al bilancio di previsione 2012 il prossimo 28 dicembre. È previsto un taglio certo del 16 per cento dei trasferimenti statali: significano 182mila euro in meno da spendere. Taglio che deve aggiungersi a quello di 92mila euro, effettuato per l’anno 2011. Non esistono invece certezze sull’introito della nuova Imu, se non che una parte (una porzione del gettito derivante dalle seconde case) andrà comunque allo Stato. Il bilancio di previsione 2012 non aumenta le imposte. È chiaro però che nel 2012, se sarà necessario far quadrare il bilancio, la nuova giunta dovrà prevedere nuove entrate oppure la riduzione della spesa, che già oggi è costituita in larga parte dall’attività ordinaria del comune (difficilmente comprimibile) e dall’erogazione dei servizi (sui quali si potrà invece intervenire con i tagli).

Il secondo comune che andrà al voto in primavera è Melegnano. Per il momento non è previsto il ritocco di tasse e tariffe. Le risorse - spiegano dal Broletto - dovrebbero essere recuperate attraverso tagli in settori non strategici e tramite razionalizzazione delle spese. Ma dal momento che arriviamo da anni in cui i trasferimenti dello Stato sono andati progressivamente diminuendo, e i comuni hanno dovuto essere sempre più rigorosi nella spesa, non è scontato che anche nel 2012 per far quadrare il bilancio ci si potrà affidare unicamente ai tagli.

Lo sanno bene, ad esempio, a San Colombano. Sui colli è in previsione l’aumento dell’Irpef. La tassa rifiuti è già stata innalzata nel 2011. Incrementi anche per mense scolastiche e servizi a domanda individuale, ad esempio il trasporto alunni. E se a chiedere maggiori sacrifici ai propri residenti è un comune storicamente ricco come San Colombano, c’è da star certi che tutti tra Lodigiano e Milanese, chi più chi meno, dovranno “tirare la cinghia”.

La sensazione che traspare, parlando con i sindaci e i dirigenti comunali del territorio, è che la nuova Imu rimane un mistero, soprattutto per quanto riguarda il gettito che sarà in grado di erogare. E in assenza di certezze, risulta complicato fare previsioni sul futuro. Lo affermano, tra gli altri, dal comune di Codogno, indicando che «i conteggi relativi agli introiti Imu sono in fase di elaborazione». L’auspicio, nella città della celebre Fiera agricola, è quello di non aumentare la pressione fiscale. Ma per il momento rimane solo un’espressione d’intenti. Nel Sudmilano, infine, i due centri maggiori dimostrano preoccupazioni. «L’unica strada percorribile, imposta dalle decisioni del Governo, sembra essere l’innalzamento delle aliquote dei tributi locali - spiega il sindaco Mario Dompè - . In questi giorni stiamo cercando di evitare di imboccare questo percorso per non far pesare ancor di più gli effetti della finanziaria sui cittadini. Una manovra che impoverisce le famiglie avrebbe dovuto dotare gli enti locali dei mezzi economici per sostenere le stesse. Siamo noi comuni, attraverso l’erogazione dei servizi essenziali, a dover dare le risposte alle esigenze primarie degli italiani che in un periodo di crisi diventano ancor più pressanti. Le scelte del Governo oltre a non metterci nelle condizioni di fornire le risposte mettono a rischio la nostra stessa sopravvivenza, mentre sui cosiddetti enti inutili e gli ingiustificati privilegi non ha operato alcun tipo di restringimento». A San Giuliano, la politica del sindaco Alessandro Lorenzano, in materia economica, è ben chiara: «In vista del 2012 il metodo prevederà alcuni punti fermi, quali l’applicazione dell’Isee per tutte le tariffe e la lotta senza quartiere all’evasione fiscale. Ci sono meccanismi premianti a favore dei comuni che si attivano efficacemente per il recupero delle risorse. Noi perseguiremo tale strada. I primi due punti vanno nella direzione dell’equità sociale, ma non bisogna dimenticare l’eliminazione degli sprechi, che può concretizzarsi attraverso l’ottimizzazione dei servizi (con conseguenti risparmi) e l’azzeramento delle spese per la gestione di aziende (come per esempio il management di Asf, a costo zero).

Un ulteriore elemento virtuoso di innovazione si fonderà sulla collaborazione con il tessuto economico e produttivo del territorio, per sgravare il pubblico da costi vari»

Lorenzo Rinaldi

(hanno collaborato Andrea Bagatta, Sonia Battaglia, Stefano Cornalba, Giulia Cerboni e Luisa Luccini)

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