«Tangenti sulle protesi»: indagine della Finanza sui dentisti ospedalieri - VIDEO

Operazione coordinata dalla Procura di Milano, blitz in tre province, agli arresti un professionista dell’Asst di Lodi

Finanzieri del comando provinciale di Milano, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Gip nei confronti di cinque persone indagate per associazione a delinquere e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Tra di loro anche due odontoiatri ospedalieri, uno che opera nel Milanese e un altro alle dipendenze dell'Asst di Lodi. Le investigazioni, che coinvolgono complessivamente dodici indagati, sono state svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano e hanno portato a ipotizzare un sistema di corruzione, che si protrarrebbe già dagli anni ’90 nell’ambito della produzione e distribuzione di manufatti odontoprotesici, perpetrato da un’azienda leader nel settore dell’odontotecnica, con la compiacenza di medici operanti presso molteplici Aziende ospedaliere pubbliche lombarde. Si tratta di dentisti che lavorano esclusivamente in regime pubblico, una quota variabile dei costi delle protesi ricade però comunque sui pazienti.

In particolare, la società, si ritiene attraverso il legale rappresentante e suoi fidati collaboratori e dipendenti, avrebbe intrattenuto accordi corruttivi con odontoiatri in servizio presso ambulatori pubblici i quali avrebbero prescritto protesi, accessori e manufatti ortodontici anche in eccesso e/o non necessari, maggiorando così i correlati prezzi poi anche direttamente pagati dall’inconsapevole utente.

In base a quanto emerso nell’indagine denominata “Apollonia”, si ritiene che nell’ambito dell’ “ortodonzia”, il sistema illecito consisterebbe nel rilascio di una prescrizione medica per manufatti non necessari, non effettivamente impiantati o dai costi indebitamente raddoppiati; nell’ambito delle “protesi”, invece, verrebbero rilasciate prescrizioni mediche ove si indicano voci accessorie, non corrispondenti ai trattamenti effettuati, al solo fine di aumentare artatamente il valore finale della prestazione per la successiva fatturazione e pagamento da parte dell’ignaro paziente.

In cambio di tale impropria attività di collaborazione prestata, i medici compiacenti avrebbero ottenuto dalla società fornitrice delle protesi un compenso calcolato in percentuale sul fatturato procurato all’azienda mediante le prescrizioni mediche effettuate, dazione corruttiva erogata ai professionisti in contanti con consegne dirette o mediante sconti per i propri studi privati.

Sono in corso perquisizioni nelle provincie di Milano, Monza Brianza, e Varese.

La Direzione Generale Welfare di Regione Lombardia in una nota comunica «di aver immediatamente istituito una Commissione di indagine interna per ogni opportuno approfondimento» ed esprime «piena fiducia negli inquirenti e assicura massima collaborazione per un rapido e completo accertamento dei fatti e delle responsabilità».

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