Storie di insegnanti speciali

Cambiano i tempi, cambiano le mode, a volte cambiano anche le abitudini, ma una radice di fondo accompagna le originali idee degli uomini. Per questo non esiste il tempo. E’ il caso dell’Istituto «Galilei-Costa» di Lecce dove gli allievi di una classe terza hanno pensato bene di avviare un progetto denominato «Master Prof» ovvero una raccolta di storie di professori straordinari, di quelli che lasciano il segno quasi perenne nell’animo dei propri allievi. L’idea sarà forse una di quelle che segue il tempo, la moda, che si inserisce facilmente sulla scia dei cacciatori di talenti, ma il contesto è tutto particolare e il valore di fondo è degno di ricevere uno spazio di tutto rispetto nella cronaca. Lo scenario non è quello dello spettacolo, né il pubblico è quello televisivo e né lo scopo è quello della propaganda strumentale fondata su specifiche autoreferenzialità. Qui siamo di fronte a un’iniziativa lodevole voluta da un imprenditore indiano che ama tanto la scuola e i suoi processi educativi e che porta il nome della sua fondazione. Stiamo parlando della prima edizione del Global Teacher Prize 2015, una specie di premio Nobel dell’insegnamento. Il premio è di tutto rispetto: un milione di dollari da ricevere a rate in dieci anni purché si rimanga in cattedra per almeno altri cinque anni dal ricevimento del premio. In questo primo anno il premio è andato a un’insegnante statunitense, Nancie Atwell scelta tra dieci finalisti provenienti dalle varie parti del mondo. L’Italia ha avuto il suo momento di gloria quando gli organi di stampa hanno dato notizia della nomination di nostri due insegnanti, Daniela Boscolo, docente di Inglese presso l’Istituto tecnico Economico «Colombo» di Porto Viro in provincia di Rovigo e Daniele Manni, insegnante di Informatica presso l’istituto di Istruzione Superiore «Galilei-Costa» di Lecce. Anche se la vincitrice è risultata una collega d’oltre oceano, il solo fatto che Daniela Boscolo e Daniele Manni abbiano ricevuto questa segnalazione particolare, ha lasciato una profonda soddisfazione nelle loro rispettive scuole di servizio e sicuramente nei loro allievi. L’iniziativa non va banalizzata perché non ha nulla a che fare con trasmissioni tipo «Master Chef», «Amici», o anche «Italia’s go talent» o «X Factor». Niente di tutto questo. Nella scuola non si va alla ricerca di talenti. Nella scuola si va alla ricerca di professori un po’ particolari, di storie esemplari, di quelle che lasciano una traccia. Sto parlando di professori che riescono ad affascinare gli allievi durante le lezioni; che sentono il peso del proprio lavoro fortemente legato a un senso di missione educativa; che sanno suscitare attraverso una lodevole interazione con i propri allievi, ricorrendo a metodi, mezzi e strumenti, una profonda curiosità nei contenuti trasformandoli in una benefica sete di ricerca; che sanno trasmettere in modo naturale e immanente il sapere senza saperlo. «Che cosa ha ancora da insegnare» è stato tra l’altro chiesto alla vincitrice al momento della consegna del premio. «Io? Lo sto ancora imparando» è stata la risposta. Tutto questo sono i professori, eterni novelli educatori, esempi straordinari come straordinarie sono le loro storie personali, la loro esperienza professionale, la loro presenza in classe. Non che sia una cosa del tutto nuova. In ogni epoca la scuola ha avuto i suoi professori con la «P» maiuscola a cominciare dagli antichissimi professori dell’immortale «Paideia» greca. Professori come Talete, Pitagora, Socrate, Platone, Aristotele tanto per citarne alcuni, e non vorrei mancare di rispetto a nessuno non fosse altro perché non vorrei fare i conti con uno di loro un domani quando li raggiungerò nell’al di là. Questi sono filosofi immortali, uomini eccezionali, forse stravaganti, ma sono stati prima di tutto professori che hanno trasmesso l’amore per la conoscenza, per l’essere, per il divenire in una Grecia che ha consegnato ai popoli la sua storia, la cultura, la civiltà. Certo la Grecia di oggi fa rabbrividire se paragonata a quella antica, eppure dobbiamo dire grazie ai gradi filosofi dell’antica Grecia se oggi è ben saldo il senso della Democrazia (il popolo che elegge il Sindaco), dell’Agorà (la nostra Piazza Maggiore), del Pritaneo (il nostro Municipio); del Tempio (la nostra Cattedrale), del Ginnasio (una specie di Istituto Bassi). Una dimensione culturale che ha lasciato in eredità ai posteri testimonianze, valori, metodi e strumenti didattici. Che dire di Anassimene di Mileto, ad esempio, che portava i suoi allievi di notte sul Monte Kebalk a ridosso di Mileto per consentire loro di seguire con più trasporto le lezioni di astronomia. E’ il primo esempio di lezione laboratoriale fatta con una specie di lavagna interattiva naturale, la volta celeste, ovvero con la visione diretta e tridimensionale degli astri. Mi immagino la scena con i suoi allievi che seguivano affascinati, alla luce delle stelle, il suo sguardo, il suo pensiero, guardando il cielo con il naso all’insù, attenti a non perdere nulla di quello che diceva il loro maestro, ascoltandolo a bocca aperta. Sono convinto che amavano il loro maestro più della loro stessa esistenza. Per classe un tetto di stelle e per compiti a casa solo l’attenzione e l’ascolto su ciò che diceva il maestro. Metodi innovativi come innovativo è il metodo di insegnamento della prima vincitrice Nancie Atwell. «Ho fatto innovazione senza chiedere il permesso a nessuno» ha avuto modo di precisare durante l’intervista rilasciata subito dopo la consegna del premio. Parliamo di insegnanti speciali, di persone uniche, di persone che non aspettano le riforme, che non chiedono strumenti didattici, che non condizionano la loro opera al numero degli allievi per classe. Sono insegnanti che puntano tutto sull’amore per gli allievi. Le loro storie le troviamo su internet e sono storie che non hanno nulla di normale, ma nemmeno di un che di trascendentale. Storie semplici fatte di disponibilità, di servizio autentico, di orari di lezione senza tempo, di una particolare sensazione della vita. Storie irripetibili? Non direi. Ci sono tanti di questi insegnanti in giro nelle nostre scuole. Intanto sono aperte le iscrizioni fino al 31 ottobre per il prossimo Global Teacher Prize 2016.

© RIPRODUZIONE RISERVATA