Simboli di infinito tempo che verrà

Alla Madonnina di Turano Lodigiano, fra l’acqua verde dell’Adda, alle 21 di questa sera sabato 26, su un altare nascosto fra le querce, don Gigi Gatti (detto «gatto bianco») celebra la mensa del vino e del pane. Sull’altare un pesce volteggia in un piccolo acquario, partecipa alla messa, sano come un pesce, netto come un pesce. I suoi occhi sono grandi, la sua pinna posteriore lo dirige come un timone. C’è più acqua che terra sul pianeta, i pesci sono numerosi come le stelle e la costellazione dei pesci, in cielo, celebra i pesci quaggiù.La parola pesce, in greco, è costituita dalle lettere che fanno da iniziali ai termini della espressione «Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore». Ecco perchè il simbolo del pesce è, dalle catacombe in poi, il simbolo dei cristiani, gli unici che, nel mondo, pagano con la pelle il prezzo della loro fede. C’è il canto degli usignoli, il silenzio del fiume, lo sciabordio dell’acqua che avvolge il pesce sull’altare, il mormorio del pregare. Cari, questi luoghi, allo scultore Gert Marcus, la cui sfera campeggia sul sagrato della chiesa di Turano Lodigiano. Cari, questi luoghi, al poeta arabo cristiano Fuad Rifka, che vinse nel 2010 il premio Ada Negri, testimone tenace della sua fede in Beirut. Cari, questi amici e maestri, che ci hanno preceduti nell’aldilà. Ora che la messa è finita e che andiamo in pace, come ogni anno, all’ultimo sabato del mese della «figlia di suo figlio», il pesce, simbolo vivo della fede cristiana, viene ridonato all’acqua verde dell’Adda e nuoterà, capostipite di infiniti pesci, simboli di infinita fede, in infinito tempo che verrà.

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