Siccità, situazione sempre più grave: la Provincia di Lodi chiama i sindaci

Giovedì San Cristoforo convoca i Comuni per trovare una linea condivisa sulla crisi idrica

Il livello del lago di Como scende ancora e si avvicina pericolosamente alla soglia oltre la quale saranno fermate le derivazioni d’acqua per i sistemi irrigui dell’Adda, i grandi fiumi sono sempre più a secco e a Corte Sant’Andrea il Po è solo un rigagnolo tra le due sponde, sempre più comuni varano ordinanze restrittive sugli usi delle acque potabili. Il Lodigiano è stretto nella morsa del gran caldo e della siccità. Giovedì la Provincia di Lodi convoca i Comuni per fare il punto della situazione e provare a individuare una linea comune da tenere, mentre già oggi in giornata il Governo potrebbe approvare i piani di emergenza per il contrasto alla crisi idrica, senza escludere la nomina di un commissario ad hoc. Con le temperature che sfiorano i 40 gradi, ieri e oggi, anche in Pianura Padana e le previsioni meteo che danno solo qualche sporadico acquazzone a metà settimana, la crisi idrica che tutta Italia e la Lombardia stanno sperimentando rischia di arrivare per metà luglio a una situazione ancora più drammatica. Riprova sono le ordinanze comunali di limitazione che ormai fioccano ovunque, e anche il Lodigiano non è da meno.

Giovedì, l’assemblea dei sindaci convocata a palazzo San Cristoforo affronterà il tema della crisi idrica con gli aggiornamenti che darà la Provincia di Lodi dopo le interlocuzioni con Sal – Società Acqua Lodigiana, il Consorzio Muzza e il Consorzio Dugali Naviglio Adda Serio. La Provincia proverà a individuare con i Comuni un indirizzo unitario. Dopo la richiesta ufficiale di stato d’emergenza trasmessa dalla Lombardia al Governo, il premier Draghi ha affermato che già oggi si comincerà a lavorare per riconoscere queste richieste e approntare i piani di emergenza. Non è esclusa la nomina di un commissario. Intanto la situazione dei grandi fiumi è sempre più critica, con il Po che ogni giorno che passa sembra ridursi. Impressionanti le immagini provenienti da Corte Sant’Andrea, con le due sponde divise ormai da un rigagnolo d’acqua, ben lontano dal Grande Fiume. Impossibile la navigazione. Non va meglio per i livelli dei grandi Laghi, e in particolare sofferenza è quello di Como, i cui deflussi alimentano il sistema irriguo a valle, nel Lodigiano e nel Cremonese tra gli altri. Ieri l’altezza idrometrica è stata registrata tra -27 e -29 centimetri, in forte calo dal -20 di venerdì, anche se il dato può essere influenzato dalla debole attività dei bacini idroelettrici a monte. L’impegno preso con Regione Lombardia dai gestori delle centrali idroelettriche è di far scendere 4 milioni di metri cubi d’acqua al giorno per tutto luglio, ma nel week end la quantità potrebbe essere ridotta. A questi ritmi, -3 o 4 centimetri al giorno, senza correttivi su deflussi in ingresso e uscita e senza grandi piogge, per il fine settimana prossimo sarà raggiunta la soglia di -40 centimetri oltre la quale non sarà possibile derivare acqua dal Lago di Como per il sistema irriguo a valle.

I Consorzi, Muzza in testa (che da solo vale il 50 per cento dell’acqua derivata), sono già pronti a chiedere ulteriori nuove misure, ma l’obiettivo di garantire acqua alle campagne per tutto il mese di luglio, in modo da salvare il primo raccolto, non sarà semplice da centrare. n

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