Si tende a tornare alla preistoria

Egregio direttore, ho avuto modo di leggere sul quotidiano di sabato scorso il suo editoriale: “La battaglia è appena cominciata” sul futuro della Provincia di Lodi che è quello di scomparire. Verrebbe da pensare che, in un epoca nella quale il profilo della tecnologia e della scienza è altissimo (basti pensare al famoso bosone di Dio di recentissima acquisizione), sotto il profilo antropologico si tenda a tornare alla preistoria, per quanto riguarda la possibilità per i cittadini di essere un momento integrante delle articolazioni dello stato. Con tutti i paroloni che si inventano e i concetti che vengono “cucinati” sia da una parte che dall’altra, la conclusione sembra essere quella che la nostra società si stia avviando sulla strada di una democrazia a scartamento ridotto, nella quale ci si fa scudo di problemi economici e di termini “esoterici” per cancellare quanto di buono i padri costituenti avevano creato dopo l’esperienza traumatica del Fascismo. Verrebbe anche da pensare che, in nome di altri termini “esoterici” come la tanto declamata “governance”, ci si stia avviando verso un nuovo tipo di efficiente nazionalsocialismo. Una provocazione la mia? Speriamo. Intanto le istituzioni sono sempre più lontane e mediate. Se così è, come è possibile che possano veramente conoscere a capire le vere esigenze di un territorio? Lo faranno certamente sulle rilevazioni statistiche del CENSIS che mi pare sia quello che la spending review ha compiuto per tartassare la sanità.

Ma tornando all’ abolizione delle provincie, l’argomento più sbandierato è stato quello che si trattava di enti di spesa inutile, in quanto i maggiori costi erano dovuti agli emolumenti di consiglieri, assessori, presidenti e burocrazia connessa a queste cariche (come le commissioni). Ho cercato pazientemente di documentarmi in merito e devo rilevare che non è assolutamente vero. Le spese maggiori ( e di gran lunga) riguardano il personale, i servizi erogati, gli affitti per gli stabili e le spese di manutenzione e di gestione dei medesimi. Quelle relative agli incarichi, diciamo così, politici sono una parte assai relativa. Dove stanno allora tutti ‘sti risparmi, posto che uffici e personale dovranno rimanere (almeno così si dice)? Anzi ho letto su un quotidiano di provincia che se tutti i ministri, compreso il Presidente del Consiglio, i sottosegretari, con annessi e connessi, avessero rinunciato al loro emolumento di carica dal 2011 fino al 2013 ( nessuno di loro sarebbe morto di fame, visto il loro curriculum professionale attualmente in atto) si sarebbe risparmiato molto di più che non con l’abolizione delle provincie. Qualunquismo? Mah! Quanto a Lodi, lei ha giustamente notato come non ci sia stato un coinvolgimento istituzionale organizzato e corale, indicando come causa la “gioventù” di chi oggi è al vertice delle istituzioni locali. Vero, sono cambiati più gli uomini che i tempi. Nel 1962 (credo) si tennero le elezioni politiche e l’allora segretario provinciale milanese DC on. Carenini invitò il sindaco di Casalpusterlengo Sig.ra Maria Bernabei ad entrare in lista per la camera, assicurandole tutto l’appoggio per venire certamente eletta. La Sindachessa declinò l’invito dicendo che era stata eletta dai cittadini per amministrare la comunità e non voleva mancare di parola.

Il guaio è che oggi, tutti, prima di muoversi, soprattutto in certe situazioni, pensano se convenga, se si comprometta la carriera, se poi si possa perdere “il protettore” più o meno santo. Allora, meglio aspettare gli eventi, no?

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