Si stavano baciando, in corridoio

di Corrado Sancilio*

«I baci dei belli sono come quei ragni, i falangi, che se si avvicinano alla bocca di qualcuno, lo fanno uscire di senno». Che abbia ancora una volta ragione il nostro grande Socrate? Sarebbe un grosso guaio per i tanti ragazzi e ragazze che non riescono a fare a meno di sbaciucchiarsi nei corridoi delle scuole. Un ennesimo fatto di cronaca ci racconta di un preside che sorprende la solita coppietta appoggiata alla finestra del corridoio della scuola mentre si fa frizionare da Cupido. Può un preside, in questo caso, essere distratto? Assolutamente.

Tutti in presidenza. Un ramanzina, una telefonata a casa e una sospensione sono le fasi critiche di una giornata sfortunata per i due innamorati. Ma ecco che arrivano i nostri. Puntuale, come sempre più spesso accade, giunge in presidenza la lettera di protesta dei genitori che ritengono esagerata la punizione comminata.

In fondo cosa mai di così grave hanno fatto le due anime di adonine fattezze? Dopo tutto si tratta di un misero bacetto dato per giunta in un contesto a rischio. Vuoi vedere che adesso i due vanno premiati per il coraggio dimostrato? Eppure secondo il mio modesto parere il collega ha fatto bene. E’ mai possibile che dei genitori non si rendano conto degli errori che si commettono se non si educano i ragazzi a vivere in maniera appropriata il luogo dove si vive, si lavora, si studia?

Prendendo posizione a favore dei due ridenti innamorati, si rischia di avvalorare la tesi che vuole la scuola un luogo sicuro dove nessuno può disturbare i ragazzi presi da amorosi sensi. E se oggi sono i presidi invitati a lasciar correre per un misero bacetto dato a scuola tra adolescenti innamorati, un domani saranno i capi ufficio invitati a non avversare baci ed effusioni amorevolmente scambiati in ufficio tra una pratica e l’altra.

Mi dispiace per i cupidiani, ma ancora una volta il nostro grande filosofo ha ragione. I baci dati a scuola possono far uscire di senno i nostri studenti presi più da un desiderio mal soffocato che da un impegno dedicato al recupero di qualche brutto voto.

Siamo ancora una volta di fronte a delle idee diverse in materia educativa. Da una parte la scuola che sottolinea e punisce gli errori commessi dai ragazzi, dall’altra i genitori che si mostrano più accondiscendenti, più comprensivi verso i propri figli. Ma siamo sicuri che i ragazzi vogliono proprio questo?

Ho dei dubbi.

Una recente indagine della SIP (non quella che una volta si occupava delle linee telefoniche) ovvero della Società Italiana di Pediatria incaricata dal Ministero della Gioventù di studiare le «Abitudini e gli stili di vita degli adolescenti», ha offerto importanti spunti di riflessione sui comportamenti dei nostri ragazzi. Dai dati raccolti emerge chiaramente quello che è in fondo il maggior desiderio da tanti agognato: avere a che fare con genitori meno tolleranti e con insegnanti più determinati.

Gli adulti, tanto per cambiare, vengono fuori un po’ bastonati.

Stiamo parlando di ragazzini tra i 12 e i 13 anni interessati più a internet, ai social network, a facebook che non ai libri di storia o di matematica. Adolescenti che sono stufi di avere a che fare con genitori deboli, incapaci di porsi come dei chiari punti di riferimento, con genitori incerti nel prendere decisioni, genitori sempre pronti a patteggiare per il sì, piuttosto che a educare per il no. Genitori tanto forti nell’offrire alleanze quanto deboli nel dare consigli; capaci più di tessere complicità, che di sciogliere nodi sui problemi che affliggono i ragazzi spesso in balia di tempeste ormonali. Agli occhi degli altri si presentano, il più delle volte, come genitori sensibili ai richiami e ai lamenti, attenti alle particolari esigenze dei propri figli, perspicaci nell’offrire soluzioni.

In realtà capita spesso di trovarsi di fronte a persone adulte rese innocue da una malcelata autorità vieppiù indebolita da continue e conclamate difficoltà fino a perdere in autorevolezza. Genitori pronti a prostrarsi davanti al sacro fuoco amicale, piuttosto che ad affermare il necessario ruolo genitoriale.

Il guaio è che la mancanza di punti di riferimento rende, questi nostri ragazzi degli eterni sfiduciati. Una scarsa fiducia che si espande fino a toccare la scuola e gli insegnanti. E infatti anche quella dell’insegnante è un’immagine messa in crisi oltre che dalle pacche sulle spalle, anche dai fervori della tecnologia. E’ facebook, in questo caso, ad essere un infimo intermediario. Molti ragazzi, infatti, affermano che grazie a facebook si riesce a fare amicizia con i professori. Niente di più sbagliato. Facebook non può essere un’occasione per alimentare un ruolo amicale in chi è chiamato a educare.

E’ pur vero che si può essere amici e contemporaneamente dei validi educatori. Ma la storia educativa insegna che le pacche amicali sulle spalle tra ragazzi e professori, non aiutano a restituire sicurezza ai primi e autorevolezza ai secondi. Il rischio educativo è troppo elevato e il prezzo da pagare potrebbe essere estremamente salato. Ruoli e funzioni perdono di efficacia e di sostanza se si assestano su piani orizzontali dove la complicità si sostituisce all’efficacia dell’azione correttiva.

I ragazzi hanno bisogno di testimonianze, di persone dotate di sensibilità, che sappiano cogliere l’occasione per discernere il momento serio da quello vezzoso, quello costruito sul dato accidentale da quello fondato su riflessioni argomentate.

Tutto questo non ha niente a che vedere con la comprensione per un bacio galeotto.

Un comportamento tanto innocente quanto inopportuno non può trovare legittimità nella vista distratta di chi non dovrebbe o non potrebbe ignorare.

Il rispetto del luogo e soprattutto dei sentimenti devono trovare spazio più nel cuore di chi li sente che non nella distrazione di chi non vede o fa finta di non vedere.

Non è la ricerca della reazione scandalosa la giusta risposta da contrapporre all’abitudine dell’eccesso. Personalmente sono dell’avviso che gli affettuosi baci dovrebbero trovare spazio altrove e non nei corridoi delle scuole.

E poi sono convinto che un bacio dato in un posto sbagliato, in un momento sbagliato può costare molto caro. Paolo e Francesca ne sanno qualcosa. Un consiglio. Ragazzi a scuola pensiamo a studiare... che è meglio.

di Corrado Sancilio

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