Si scrive Rassegna, si legge turismo

Gentile direttore, alla vigilia della XXIII edizione della Rassegna Gastronomica del Lodigiano, reputo dovuto un passaggio che, partendo proprio da questo evento, spazi sul turismo e le opportunità per il nostro territorio. Parlerò dunque di Rassegna non tanto soffermandomi sui pur piacevoli aspetti eno-gastronomici, quanto sul modello che essa deve rappresentare per numeri, efficienza e strategia. Intanto anticipo una domanda che qualcuno potrebbe porsi, ossia se sia compito di una Provincia organizzare un evento di questo tipo. Ho la sensazione che si creda che le province debbano occuparsi di cose più astratte, anche in campo turistico. Talmente astratte da correre il rischio che poi non si capisca più a cosa servano questi enti, al punto da volerli chiudere. Scherzi a parte, riteniamo che nostro compito sia guardare alla realtà del territorio ed agire di conseguenza.

In campo turistico la realtà dice che, a fronte di buone opportunità che ci possiamo giocare, il territorio ancora non risponde come potrebbe in termini di iniziativa privata in ambito turistico.

Chi si dà da fare sono le associazioni, che però senza sostegno e coordinamento da sole non riescono, o riescono raramente, a superare la barriera più importante, quella di trasformare eventi ed iniziative da fattori locali a fattori di interesse turistico. Il rischio, va da sé, è quello di “raccontarcela” sempre tra noi, di mettere in campo energie e risorse disperdendole però in mille rivoli, senza attirare i veri turisti, quelli cioè che provengono da fuori.

La Rassegna Gastronomica rappresentava uno dei pochi elementi di valore turistico in senso compiuto, ma con il passare degli anni si era un po’ appesantita e nessuno sembrava avere la forza di rilanciarla.

Lo abbiamo fatto noi e lo abbiamo fatto, possiamo dirlo già da ora, nel migliore dei modi.

Non abbiamo considerato solo l’evento gastronomico, benché esso sia fondamentale poiché motore, anche economico, dell’iniziativa; abbiamo messo in rete la Rassegna con tanti eventi lodigiani, che ora possono sfruttare la «potenza di fuoco» della Rassegna per promuoversi con una forza che da soli non avrebbero avuto; abbiamo creato attorno alla Rassegna dei mini pacchetti turistici, con viaggi in pullman da Milano a Lodi, per giornate dove l’enogastronomia si accompagna a visite alle nostre bellezze artistiche ed ambientali; abbiamo creato un mini-portale web che promuove tutto il territorio e non solo i ristoranti; abbiamo fatto sposare due settori, quello dei pubblici esercizi con quello dei produttori agro-alimentari; nella stessa ottica, abbiamo inserito in Rassegna gli agriturismi; abbiamo costruito strumenti per la rilevazione dei turisti, cosa ritenuta fondamentale da chi fa turismo per professione, perché sulla base dei dati raccolti si studiano le strategie di mercato e si fa programmazione.

Nel fare tutto ciò, infine, abbiamo prestato attenzione ad un nostro pallino, quello dei “conti a posto”: in sinergia con l’apprezzabile azione del Presidente Luigi Anelli, stiamo infatti aiutando la Strade del Vino e dei Sapori ad allontanarsi dalle sabbie mobili che ne avevano seriamente pregiudicato la sopravvivenza.

Abbiamo insomma costruito un piccolo ma efficace sistema turistico: stimiamo che se il Lodigiano avesse sei eventi all’anno come la Rassegna, si muoverebbe un giro d’affari di almeno 20 milioni di euro annui.

Per ottenere questi, che sono già risultati ancor prima di cominciare, occorrono tempo, tanto lavoro e molte persone, motivo per cui non possiamo sobbarcarci direttamente più eventi di questa portata; in compenso, vediamo con il massimo favore e sosteniamo chi, come Confartigianato, ha condiviso con noi un’idea fin dalla sua genesi (mi riferisco ovviamente a Le Forme del Gusto), accettando consigli ed agendo in rete, per dare alle iniziative i contenuti più performanti.

A chi si chiede cosa facciano le province, dunque, risponderemo che, ad esempio in ambito turistico, operano concretamente per quello che è tanto banale quanto difficile, ossia i turisti farli venire per davvero.

Per fare tutto ciò, beninteso, non siamo soli.

Il più grande applauso va ai ristoratori: il segreto della Rassegna lodigiana, che molti cercano di imitare, è un gruppo di privati che, anziché concorrenza spietata, fanno rete tra loro.

Il secondo ringraziamento va a Marco Vighi, prima di tutto alla persona: sposando appieno la filosofia di Lodinnova, ha fatto della Rassegna l’evento «test» per improntare il metodo da applicare al marketing territoriale e con il suo entusiasmo e’ riuscito a coinvolgere la Banca Popolare di Lodi in una massiccia operazione promozionale.

Grazie a Regione Lombardia e all’amico Giulio De Capitani (Assessore regionale all’Agricoltura), che raramente concede contributi diretti ad eventi, ma che nella Rassegna ha creduto ed investito; grazie alla Camera di Commercio di Lodi, che è storico partner e co-finanziatore; ed infine grazie agli altri partner privati, tutti prestigiosissimi, che alla Rassegna garantiscono anche un supporto tematico (Acqua Panna-San Pellegrino, L’Erbolario di Lodi ed il Caseificio Stella Bianca di Ossago).

Chiudo con un auspicio: gli amici ristoratori ammettono che, senza la Rassegna, i bilanci autunnali piangerebbero anziché ridere.

Questo sia da stimolo a tutta l’imprenditoria, perché turismo, se fatto in modo serio, significa business. Per l’agroalimentare abbiamo un marchio e stiamo rilanciando un consorzio, per gli altri settori di possibile attrazione, Lodinnova porterà con sè l’Ufficio Expo, dove chi ha idee e stimoli, potrà trovare chi li ascolta.

Pietro Foroni

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