Sentinella, quanto resta della notte?

Come la notte la crisi che stiamo attraversando mette alla prova la nostra coscienza di cittadini e di cattolici. Ci pone di fronte a scelte difficili e dolorose, ad alternative fra il proprio interesse e l’interesse collettivo, fra coscienza individuale o comunitaria, talvolta addirittura tra legalità ed illegalità. Non è solo la crisi dell’economia o dei debiti pubblici, è una crisi sociale che colpisce alla radice il nostro essere comunità e che in ultima analisi tocca nel profondo il nostro essere uomini, cittadini e cattolici. Una nuova società esige nuove regole ma soprattutto nuove persone, rinnovate e illuminate nell’animo da una vera vocazione al bene comune ed alla solidarietà.Il pensiero sociale cattolico nella storia della nostra repubblica si è distinto per la sua capacità “profetica” e “profondamente umana” di organizzare la società in un rapporto scambievole e fruttuoso tra il pieno sviluppo della persona umana, la sua libertà e la solidarietà tra le persone che a questa comunità partecipano. Si tratta della costruzione difficile di un equilibrio tra diritti e doveri, tra aspettative sociali ed individuali: equilibrio ancor più arduo da attuare quando si hanno a cuore la giustizia ed il bene di ognuno, nessuno escluso. Chi volesse negare questa prospettiva contrasterebbe una verità storica, mostrerebbe di non aver interiorizzato sino in fondo i principi fondamentali della nostra Carta Costituzionale, che in buona parte hanno trovato terreno fertile e vita nella cultura cattolica e nelle coscienze illuminate dei politici del tempo.Altrettanto antistorico sarebbe però negare che sulla valutazione di questo equilibrio, nel corso della storia repubblicana, non ci siano stati momenti di contrapposizione tra le diverse anime del laicato cattolico impegnato in politica o che, dietro a persone che si professavano “cattolici votati al bene comune”, si nascondessero solo opportunismo, sfruttamento e sete di ricchezza e potere. Il laicato è fatto di uomini come noi, con difetti e pregi, limiti e carismi e la pensiero politico cattolico nella storia è transitato anche attraverso i volti di coloro che ne sono stati interpreti. Tutto ciò però non ci deve scoraggiare nella fiducia concreta e universale nei principi della Dottrina Sociale della Chiesa che, oggi come sempre, si offrono a noi nella loro verità e forza come chiave di lettura e di risoluzione della crisi in atto.Un’analisi attenta della situazione in atto ci pone infatti di fronte una realtà da ricostruire, un panorama desolato paragonabile forse a quello del dopo guerra: da quel momento però ne uscimmo e ne uscimmo rafforzati come stato e comunità perché ritrovammo motivazioni ed unità andando a ridiscutere il nostro modo di essere società. Oggi dobbiamo fare questo sforzo ed è uno sforzo che parte da una forte presa di coscienza collettiva ed individuale sul senso profondo del nostro essere, ripartendo dal primato dell’etica sul profitto, sull’opportunismo e sulla convenienza.Per favorire questa analisi l’Ufficio Diocesano Problemi Sociali ha organizzato per domani, domenica 4 marzo alle ore 9.30 presso la Casa della Gioventù di Viale Rimembranze 12 in Lodi una mattinata di riflessione dal tema “Sentinella, quanto resta della notte?”, luci ed ombre del tempo presente, la testimonianza di Dossetti. A condurre la riflessione sarà don Walter Magnoni, responsabile della pastorale sociale della Diocesi di Milano. Sarà l’occasione per approfondire, attraverso la rivisitazione di una delle figure più carismatiche del cattolicesimo italiano, il nostro essere cattolici impegnati in questo tempo. Dossetti, infatti, coniugò sempre nella sua azione sociale la discussione politica con una profonda analisi interiore ed un rapporto privilegiato con la Sacra Scrittura come chiave interpretativa della realtà attuale; non dimenticando mai la distinzione tra la Chiesa e le realtà terrene, tra la verità religiosa e le libertà civili.L’invito all’iniziativa è esteso a tutti coloro volessero partecipare.

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