SENTENZA Contributi ridotti a chi produce energia pulita: i giudici danno ragione allo Stato

Almeno tre aziende pioniere del fotovoltaico a Turano e a San Colombano perdono i loro ricorsi

Il Gestore dei servizi elettrici a partire dal 2014 aveva ridotto i contributi originariamente promessi con il “terzo conto energia” del 2011 e almeno tre aziende lodigiane, nonostante un’accesa battaglia legale che si è chiusa solamente nei giorni scorsi, si sono trovate a subire la riduzione degli utili che lo Stato aveva promesso per il loro investimento in energie rinnovabili.

L’ultima sentenza in ordine di tempo riguarda un impianto fotovoltaico da 960 kilowatt di picco autorizzato già nel 2011 a Turano Lodigiano e installato a nome della società Lodi Solar 1 Srl, ma una vertenza analoga era già stata promossa dalla Kerasol Sas, che aveva installato un impianto fotovoltaico a terra da 987 kw a San Colombano . Il ricorso per l’impianto banino, innanzi al Tar del Lazio, nel 2017 aveva portato i giudici a chiedere il pronunciamento della Corte costituzionale in quanto, secondo i legali dell’azienda, il pagamento incentivante oggetto della convenzione tra investitore privato e Gse avrebbe dovuto essere considerato un diritto acquisito, alla luce di principi costituzionali e di diritto comunitario. Sempre a San Colombano aveva presentato ricorso per gli stessi motivi la società Butterfly Sas, per un impianto da 557 kw. La riduzione della tariffa pagata dal Gestore della rete elettrica ai privati era stata determinata dal Governo con decreti del 16 e 17 ottobre del 2014, smentendo le convenzioni che prevedevano una “tariffa incentivante riconosciuta per un periodo di venti anni a decorrere dalla data di entrata in esercizio dell’impianto, costante in moneta corrente per tutto il periodo di incentivazione” di vent’anni. Per questi impianti, 26,6 centesimi di euro a kilowatt. Nel 2014 invece il Gse aveva imposto ai produttori di scegliere fra tre nuovi regimi, con riduzioni medie dell’8 per cento.

Secondo la Corte costituzionale, principio poi recepito dal Tar, però, sono legittimi i tagli imposti dal Governo, alla luce della congiuntura e dei costi crescenti che questi incentivi alle rinnovabili comportavano per gli utenti.

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