Sembra una buona partenza

Il suo cognome ribadisce ulteriormente la novità: Lorenza Lei, nuovo direttore generale della Rai, è la prima donna chiamata a guidare la tv pubblica italiana (Letizia Moratti e Lucia Annunziata avevano ricoperto la carica di presidente). Sulla carta si tratta di una svolta, non tanto in termini di genere – ben venga, comunque, un’attenzione in più alle “quote rosa” – quanto rispetto alla scelta di una persona che non è espressa direttamente dalla maggioranza politica com’era stato invece per il suo predecessore Mauro Masi, uomo del centrodestra.Dal curriculum della Lei emerge una spiccata capacità manageriale, che l’ha portata dalla gestione di grandi eventi all’ingresso in Rai International nel 1995 come consulente per la progettazione dei programmi destinati al circuito internazionale. Da lì è stata una continua crescita professionale attraverso vari ambiti e ruoli: dirigente della struttura marketing e progetti speciali, coordinatrice della produzione di Rai International, responsabile di Rai Giubileo, responsabile dell’unità Programmazione mezzi di produzione di RaiUno, direttore dello staff del direttore generale, direttore delle risorse televisive, vicedirettore generale per l’area produttiva e gestionale, direttore di Teche Rai. Fino al gradino più alto, la direzione generale.I consiglieri di amministrazione l’hanno votata all’unanimità e questo è un segnale positivo, che testimonia la volontà del cda di far ripartire la Rai innanzitutto sul binario dell’efficienza e poi – necessariamente – verso un deciso rilancio della qualità. Le prime sfide che attendono la Lei sono titaniche: risanamento del bilancio, avvio del piano industriale, nomine ai vertici delle reti, palinsesti autunnali. E ci sono alcuni nodi da sciogliere, come i contratti di Giovanni Floris, Serena Dandini e Milena Gabanelli, ma anche quelli di Fabio Fazio e Michele Santoro, puntualmente messi in discussione durante la precedente gestione per motivi più politici che televisivi.A differenza di moltissimi alti dirigenti meno qualificati di lei ma più pronti ad attirare su di sé i riflettori per farsi notare e fare carriera, Lorenza Lei si presenta come una persona che preferisce il fare all’apparire, riservata e determinata, capace di entrare in azienda alle prime luci dell’alba e uscirne dopo l’ora di cena. Rare le interviste finora concesse, orientate comunque a ribadire l’idea di una Rai intesa in tutto e per tutto come realtà di servizio pubblico, in cui i grandi numeri necessari a una grande azienda si possano coniugare con la qualità dell’offerta.Dal nuovo direttore generale è lecito aspettarsi, finalmente, una decisa virata che restituisca alla Rai la sua dignità, la riconduca alla sua “mission” originaria e rispetti pienamente gli obiettivi e gli obblighi sanciti nel Contratto di servizio nei confronti degli spettatori: pluralismo, rilancio della comune identità nazionale, valorizzazione delle specificità culturali, tutela degli interessi culturali collettivi, attenzione ai giovani, recupero di una dimensione educativa e formativa all’altezza della tradizione aziendale, capacità d’intrattenere il pubblico senza cadere nel cattivo gusto.Per poter svolgere il suo ruolo con efficacia, la Lei ha bisogno non soltanto dell’appoggio di un Consiglio di amministrazione capace di gestire la Rai all’insegna della lungimiranza, ma anche di smarcarsi preventivamente dalle logiche di bottega e di potere che sono sempre state dominanti nella storia della tv di Stato, soprattutto nei tempi più recenti, determinando scelte spesso esiziali in termini economici prima ancora che di contenuto e spianando la strada alla concorrenza più spietata.Il nuovo direttore generale non ha la bacchetta magica, per cui non ha senso aspettarsi una rivoluzione dall’oggi al domani. Però è più che lecito attendere una vera e propria svolta, a partire dai criteri di gestione di un carrozzone tanto complesso e articolato quale la Rai. Il suo aziendalismo e la sua tenacia professionale possono consentire alla Lei di riuscire in ciò in cui molti suoi predecessori hanno fallito, purché non debba rispondere a pressioni e condizionamenti volti a tutelare convenienze partitiche, personali o private contro l’interesse collettivo.Dal canto suo, la Lei non potrà prescindere da salde alleanze con il mondo della cultura, con le istituzioni pubbliche, con il variegato panorama dei mezzi di comunicazione, con le avanguardie tecnologiche, con le numerose realtà sociali, con il mondo della scuola e dell’università.A fronte di una sfida tanto complessa, ma per proprio questo altrettanto affascinante, a Lorenza Lei i migliori auguri per la nuova responsabilità che si trova sulle spalle. A chi l’ha nominata e a chi spera di poterne in qualche modo controllare l’azione, un appello: lasciatela lavorare.

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