Segrate, il giallo del mega centro commerciale Westfield

Doveva aprire nel 2018, indicazioni contrastanti sulla prosecuzione dei lavori, collegati a importanti infrastrutture già oggi indispensabili per la circolazione

Sulla carta resta il centro commerciale più grande d’Europa, con 155mila metri quadrati di spazi di vendita, 300 negozi, 50 brand del lusso, 80 ristoranti e 10mila posti auto. Nella realtà è ancora un grande punto interrogativo. Sospesi a maggio 2020 i lavori avviati in quello che doveva essere un mega cantiere da 44mila addetti in fase di costruzione, attorno a Westfield Milano, lo shopping center di Segrate che, inizialmente progettato per aprire nel 2018 è slittato – ufficialmente – al 2022, continua ad aleggiare un velo di incertezza. Se infatti lo scorso maggio il gruppo investitore – Unibail, Rodamco, Westifield – aveva confermato la sospensione del progetto causa difficoltà e incognite legate alla pandemia da Sars Cov 2, ribadendo però l’impegno a riavviare il cantiere «non appena le condizioni lo permetteranno», a preoccupare oggi è l’inserimento del progetto “Westfield Milano” nell’elenco degli investimenti “rimossi”. La dicitura è infatti apparsa nella relazione finanziaria 2020 pubblicata sul sito del colosso dei centri commerciali, una tabella nella quale la mega struttura appare accanto ad un’altra decina di opere indicate come “removed development projects”. A preoccupare, nonostante le rassicurazioni che arrivano dal Gruppo che avrebbe smentito rischi di cancellazione, sono però le conseguenze che potrebbero esserci su quelli che sono i progetti cosiddetti collaterali, rispetto allo shopping center, e che, di fatto, sono destinati a mutare drasticamente il volto di una buona fetta del sud-est milanese.

Collegati a Westfield, opera dall’investimento totale di 1,4 miliardi di euro, con 210 milioni di euro destinati a infrastrutture viabilistiche e una occupazione stimata, al momento dell’avvio, di non meno di 17mila addetti, sono infatti i lavori di completamento di quella che è un’opera attesa da quasi quarant’anni, la “famigerata” viabilità speciale, in realtà Cassanese bis, destinata a ridisegnare i flussi di traffico tra Cassanese, Rivoltana e Paullese, ma anche la realizzazione del prolungamento della linea metropolitana 4 verso Segrate e Peschiera Borromeo-Idroscalo.

Ad oggi i cantieri interessati appaiono in piena attività, e si lavora per il completamento del primo lotto di quella che è conosciuta come Cassanese bis, dalla tangenziale fino alla Rivoltana, ma il timore che serpeggia è che se la crisi sanitaria – e le pesanti ricadute economiche – non si risolverà in tempi ridotti, gli investimenti su metropolitana, viabilità e rete ciclopedonale possano finire con l’essere congelati. Un’ipotesi questa, che oltre a mettere a rischio il completamento della viabilità – il secondo lotto, destinato a ridisegnare i collegamenti verso il Sudmilano, con collegamenti con provinciale Rivoltana e ex statale Paullese, è ancora alle fasi iniziali di cantierizzazione delle aree interessate – getta un punto interrogativo anche sul prolungamento della M4, progetto definito sì “di interesse rilevante” dalla Commissione Europea che ha in esame la concessione di finanziamenti, ma per la cui progettazione è determinante proprio la partecipazione del Gruppo Westfield.

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