Se a scuola Cicerone batte Hitler

La cancelliera Angela Merkel dovrebbe preoccuparsi. No, non della sconfitta della Germania agli europei del pallone, non della crisi economica, né delle sorti dell’euro, né del futuro dell’Unione europea. Dovrebbe preoccuparsi dei liceali tedeschi. Sono ignoranti. Sì, perdonate, espresso così, il giudizio potrebbe sembrare troppo drastico e affrettato, e difatti – vedremo dopo – lo è. Si possono però definire altrimenti ragazzi che ignorano che Hitler era un dittatore, anzi ritengono sia stato un difensore dei diritti umani? Oppure che fanno confusione tra le due Germanie prima della fine del Muro e ignorano che la Repubblica democratica tedesca tutt’altro era che una democrazia? Un sondaggio condotto dai ricercatori della Freie Universität di Berlino, accreditata come uno dei migliori atenei della Germania, su un campione di 7.500 studenti liceali, ha rivelato l’amara realtà. Di questi ragazzi, intorno ai 15 anni, un buona metà è completamente digiuna di storia contemporanea e incapace di distinguere le differenze tra regimi democratici e totalitari fino a ignorare che prima della divisione la Germania era governata dal regime nazista. Intendiamoci. A non voler troppo infierire (sui ragazzi), queste lacune, prese singolarmente, non sarebbero poi in fondo, di per sé stesse, così gravi come potrebbero apparire.

Si può vivere decentemente e fare carriera anche senza sapere chi sia stato Hitler, salvo poi a scoprirlo magari in età matura. Però infierire (per dire intervenire) sulla scuola in simili casi si può, anzi si deve.

“Questi ragazzi – ha commentato il professor Klaus Schroeder, che ha tratto le conclusioni del sondaggio e ha guidato i ricercatori – non hanno quasi nessuna conoscenza politica e non hanno nessuna idea di concetti come libertà di parola o diritti umani. Le scuole dovrebbero prendere provvedimenti”.

Ecco, le scuole. Se non è la scuola a insegnare chi sia stato Hitler, chi altri dovrebbe insegnarlo? La famiglia, l’oratorio, i boy scout? La cancelliera Merkel dovrebbe sì preoccuparsi degli studenti, ma puntare alla scuola, lei che è pronta a dare lezione a tutti.

E dire che il sottoscritto aveva – ed ha – degli studenti germanici, in particolare dei liceali, grande considerazione.

Per la semplice constatazione che costoro sono sempre i più numerosi a partecipare alle gare internazionali di latino e puntualmente a classificarsi tra i primi.

Erano in 57 allo scorso “Certamen Ciceronianum” di Arpino, provenienti da 30 licei di varie città della Germania. La rappresentanza più numerosa, dopo quella italiana.

E ha vinto un ragazzo di Monaco, mentre altri due liceali tedeschi, un ragazzo e una ragazza, si sono classificati tra i primi dieci. Idem nelle passate edizioni, concorrenti tedeschi sempre tra i primi.

Come la mettiamo? Qui, o c’è qualcosa che non va, appunto nella scuola, oppure entriamo nel campo del paradosso.

O i docenti teutonici di storia non si applicano, tralasciando o trattando all’acqua di rose l’insegnamento della storia più recente a vantaggio di quella antica (succede anche i Italia, dove i ragazzi magari sanno tutto sulle guerre puniche ma ignorano chi era esattamente Mussolini), oppure i liceali tedeschi, per uno di quei paradossi tipicamente giovanili, amano più studiare Cicerone e l’età classica che Hitler e la storia patria.

Si applicano sull’oratore e snobbano il dittatore.

Il che, detto così, cambia tutte le carte in tavola e ci rimangiamo quanto affermato, con riserva, all’inizio. Altro che ignoranti! Sia lode ai liceali tedeschi!

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