C’è stato un tempo in cui eravamo una potenza calcistica in Europa.Il Milan di Altafini e Rivera, l’ Inter di Picchi e Mazzola, la Iuventus di Scirea e Paolo Rossi, la Sampdoria di Vialli e Mancini, la Roma di Pruzzo e Bruno Conti giocavano nei più importanti stadi del Vecchio Continente e portavano a casa prestigiosi trofei. Quando non vincevano (non accadeva spesso) rientravano comunque a testa alta con la stima, il rispetto e l’apprezzamento degli avversari e della stampa sportiva internazionale. Oggi le squadre italiane non sono più capaci di raggiungere una finale. Imbottite di campioni(?) stranieri coccolati e superpagati, regolarmente eliminate non solo da compagini spagnole e tedesche, ma dalle turche e dalle bulgare, si accontentano di affrontarsi tra loro, impudicamente osannate da uno stuolo di facinorosi, che fanno il tifo con le spranghe di ferro e le pistole in pugno.Viene da chiedersi se questo non sia un ulteriore segnale o forse una conseguenza della perduta capacità di competere e se gli insuccessi nel football non facciano il paio con situazioni di ben altra gravità ed ignominia.Che dire, ad esempio, dell’affannosa trattativa tra Alitalia ed Ethiad, che si protrae ormai da mesi e che rischia di concludersi con una totale debacle? Gli arabi, cui non manca certo l’innato senso degli affari, hanno fatto inequivocabilmente capire che non sono disponibili ad acquisire società piene di debiti e di personale in esubero, con al seguito una turba di sindacalisti latranti.Pochi anni fa qualcuno volendo puntare sull’orgoglio nazionale, tanto insensato, quanto velleitario, già inesorabilmente seppellito sotto una valanga di assunzioni fasulle e di allegre gestioni da operetta, ne aveva negato la cessione ad Air France. Se allora la posta in gioco coincideva con qualche sacco di farina di ceci, oggi si è ridotta a un misero piatto di fagioli che, borlotti o cannellini, sempre fagioli sono, ben noti, tra l’altro, per il poco edificante effetto flatulente. Prendiamone stabilmente coscienza: questo “scolapasta”, che un recente spot televisivo voleva spacciare per compagnia aerea di prima scelta, non può incantare la finanza internazionale e men che meno gli espertissimi “levantini”.Qualcosa di buono c’è rimasto da vendere in giro per il mondo ed il successo dell’ultimo Vinitaly veronese lo dimostra. Eppure stiamo facendo di tutto per gettare un’ombra malefica perfino sugli eccellenti prodotti dell’agricoltura italiana e l’eroico sacrificio di Roberto Mancini, il poliziotto della “terra dei fuochi”ci offre a riguardo un’inquietante riflessione. Ci preoccupiamo tanto, peraltro legittimamente, se qualche decina di tonnellate di materiali radioattivi giace ancora presso le vecchie sedi degli impianti nucleari di Trino Vercellese e di Caorso: a quasi trent’anni dal referendum degli anni “ottanta”, seguito al disastro di Cernobyl, non siamo ancora riusciti a trovare per essi un sicuro sito di stoccaggio definitivo. Con tali premesse quale rimedio riusciremo a individuare per le migliaia di ettari di suolo sotto cui staziona un’imprecisata quantità di rifiuti speciali altamente tossici, in grado di contaminare indefinitamente terreno e falda acquifera?Abbiamo la percezione che quel disastro regge ampiamente il confronto con la tragedia di Fukushima? Agli stranieri che vogliono ancora visitare il nostro Paese ( ne arrivano sempre meno; Berlino riceve ogni anno un numero di turisti tre volte superiore a Roma) possiamo ancora offrire la nostra buona cucina se gli alimenti contengono alocarburi, diossine e metalli pesanti? E ammesso pure che arrivino con la colazione al sacco preparata oltre confine, potremo ancora mostrar loro le remote vestigia di Paestum e di Mothia, ormai stabilmente infestate da erbacce, e gatti randagi?Si ricordava prima che un team italiano non riesce più a conquistare la Champion’s League.Possiamo “consolarci” con tutta una serie di primati in negativo per i quali ci siamo ritagliati indiscutibile fama nel mondo!Ne abbozziamo un parziale elenco? Evasione fiscale, corruzione, sovraffollamento delle carceri, atenei scadenti dove chiunque può laurearsi sostenendo ventuno esami in sei mesi.Ciò che ci appare risibile ed incredibile è comunque il tentativo di ribaltare sulla Germania l’origine dei nostri mali: E’ forse Angela Merkel che, presiedendo certi consigli regionali, ha permesso ad un esercito di dirigenti di percepire stipendi equiparabili al compenso del Presidente degli Stati Uniti? E’ stata lei a far montare il debito pubblico agli stratosferici livelli attuali? E’ stata la Cancelliera teutonica a permettere a certi individui innominabili di intascare e spendere per festini e fuori strada, danaro pubblico, spropositatamente erogato senza alcun controllo ai gruppi consiliari di certe amministrazioni locali? E lei che chiude gli occhi davanti alle bricconate di certi dipendenti pubblici che timbrano il cartellino e se ne vanno in giro per la città a fare i loro comodi? E’ la leader del CDU che ha ridotto le strade di Napoli e Palermo in discariche a cielo aperto?Spiace davvero apprendere che giornalisti di rango impieghino il loro tempo a scrivere libri basati su quest’ insipida tesi.Prima di concludere ci preme rasserenare l’attuale segretario della Lega che lo strombazzato abbandono dell’Euro e l’avvento di una sorta di economia autarchica, non potranno porre rimedio alle mascalzonate cumulatesi negli ultimi decenni delle quali anche emblematiche figure della sua stessa formazione politica si sono rese protagoniste.Tuttavia, coraggio: tra un mese arrivano i Mondiali in Brasile. Siamo in grado di prevedere la prima e forse unica speranza cui molti si affidano? Battere la Germania...
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