Se Internet fa shopping nei giornali

Con 250 milioni di dollari, Jeff Bezos, fondatore e proprietario di Amazon, ha comprato uno dei quotidiani simbolo del giornalismo americano, il Washington Post. La notizia è rimbalzata in tutto il mondo non solo per gli aspetti più evidenti. Il Washington Post, infatti, è il giornale dove lavoravano i due giornalisti (Bob Woodward e Carl Bernstein interpretati al cinema da Robert Redford e Dustin Hoffman) che nel 1972 scovarono e resero pubblici i nastri dello scandalo Watergate, lo scoop giornalistico che portò all’impeachment del Presidente degli Usa Richard Nixon. Amazon, d’altra parte, è il più grande negozio mondiale delle vendite online, una libreria immensa dove è possibile vendere e comprare quasi ogni cosa dai dischi ai libri. Bezos, però, ci ha tenuto a rassicurare: l’operazione con il Washington Post è un acquisto personale, ha detto, e Amazon non è coinvolta nell’operazione. Con una lettera Bezos si è rivolto ai dipendenti del Washington Post: “Avrete sentito la notizia e alcuni di voi l’avranno accolta con apprensione. Non guiderò il Washington Post giorno per giorno. Il Post ha già un eccellente team al comando, che sa molto più di me di media e sono grato che abbia accettato di restare. Il dovere del Post resterà quello nei confronti dei lettori”. Ma i cambiamenti sono necessari, ha aggiunto, perché internet ha cambiato “quasi tutti gli aspetti dell’industria. Non c’è una road map e delineare la strada davanti non sarà facile. Dovremo inventare e questo significa che dovremo sperimentare”.Questa è “la fine di un’era”, con l’uscita di scena di una “famiglia che è stata sinonimo del Post e di Washington”, hanno commentato i dipendenti del giornale. “È un giorno che la mia famiglia ed io non ci saremmo mai aspettati arrivasse: la Washington Post Company vende il giornale che ha posseduto e fatto crescere per otto decenni”, ha detto Katharine Weymouth, editore del Post e nipote di Donald Graham, presidente e Ceo della Post Company. “Ogni singolo membro della famiglia ha accolto sulle prime con emozione e shock anche il solo pensiero della vendita”, ha aggiunto Graham, che nei mesi scorsi è riuscito a mantenere il massimo riserbo sulla sua decisione di affidare alla società di investimento Allen & Co. il compito di mettere in vendita il giornale. Secondo gli analisti che in queste ore si stanno scatenando sui blog in tutto il mondo, nonostante le “rassicurazioni” di Bezos, l’acquisto del giornale fa parte di una strategia più ampia che è destinata a rivoluzionare il modo di intendere il giornalismo dei prossimi anni. In modo particolare Amazon, con i suoi milioni di prodotti in vendita sulla rete e una delle comunità di utenti più grande e più fidelizzata del mondo di Internet, già da tempo ha cominciato a studiare il modo di utilizzare i mezzi della comunicazione e del marketing per ottimizzare i profitti e aumentare il proprio raggio di azione. Lo stesso Bezos lo ha detto in queste ore: “Internet ha cambiato tutto, e la rete è destinata a modificare quasi ogni elemento dell’industria dell’informazione”. L’operazione del Washington Post non rappresenta una novità per il mercato americano. Jeff Bezos è il secondo miliardario in meno di una settimana ad acquistare un grande quotidiano americano. Nei giorni scorsi, infatti, John Henry, il proprietario di una delle più famose squadre di baseball degli Usa, i Red Sox, ha acquistato il Boston Globe. Le due azioni di “shopping”, che potrebbero cambiare e ridisegnare il panorama dei quotidiani americano, si vanno ad aggiungere alle trattative di Tribune per la vendita del Chicago Tribune e del Los Angeles Times e allo scorporo della divisione intrattenimento da quella editoriale di News Corp. Bezos aveva già mostrato interesse per i media e nei mesi scorsi, con 5 milioni di dollari, aveva acquistato il sito di informazioni economiche e finanziarie Business Insider. Dal 2010 Amazon è presente anche in Italia. Il 1º febbraio 2011 erano già 4 milioni gli utenti unici nel nostro Paese.

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