Se la fame bussa alle nostre porte

L’invito me l’aveva rivolto Alberto Piatti, segretario generale della Fondazione Avsi: partecipare ad uno dei convegno in programma al Meeting di Rimini, l’evento annuale promosso da Comunione e Liberazione. Il tema era invitante, soprattutto per il responsabile di una organizzazione agricola: “Nutrire la persona, alimentare la speranza. Tra fame, spreco e sviluppo sostenibile”. Un po’ per curiosità nei confronti di una esperienza come il Meeting a me sconosciuta, un po’ per il tema, ho deciso di fare un salto a Rimini assieme ad un amico, Francesco Cerri.

La prima sensazione che balza subito all’occhio è il gran numero di volontari: giovani, meno giovani, hanno tutti un grande entusiasmo, una gran voglia di fare e di essere al servizio degli altri, anche nei compiti più ingrati. Nei padiglioni, poi, tanti giovani, molte mamme e papà con figli anche piccoli, tutti invariabilmente con il sorriso sulle labbra: l’entusiasmo fatto persona! Cosa che non accade nella vita di tutti i giorni. Fra i tanti presenti alcuni volti noti: sono quelli di Mariano Peviani, assessore alla cultura della Provincia di Lodi, in compagnia di altri lodigiani volontari.

La conferenza ti cattura subito perché l’entusiasmo, la passione, la voglia di esserci e di fare traspare anche di relatori. Il tema è di quelli d mozzare il fiato, tanto è vasto e complicato: si tratta di riuscire a vincere la fame ancora presente nel mondo, evitando di cadere nello spreco e cercando di aver rispetti dell’ambiente. Eppure i relatori invitati al Meeting ti aiutano a possederlo.

Ertharin Cousin, direttrice del programma World Food, è esplicita: sono oltre 100 milioni i disperati che, nel mondo, vengono assistiti dal programma in 75 Paesi diversi. La direttrice può contare solo su 14mila addetti e sullo stuolo di volontari delle 2 mila organizzazioni non governative che operano in questi Paesi.

Madre Teresa di Calcutta rivive con un aneddoto invece, nelle parole di Staffan de Mistura, sottosegretario al Ministero degli Affari Esteri: con la sua fede e la sua volontà è riuscita a vincere anche la guerra , portando dei viveri ad una città assediata in Sudan!

Con Josè Graziano da Silva, direttore generale del FAO, l’organizzazione per l’Alimentazione e l’Agricoltura, si entra nell’universo concreto degli interventi a favore di chi soffre la fame.

Il punto di partenza è l’esperienza vissuta in Brasile. Qui, grazie al concorso di tutti – associazioni private, istituzioni pubbliche, chiese e semplici cittadini – si è avviato un circolo virtuoso che sta dando frutti notevoli.

Si è dato voce, anzitutto, agli affamati raggiungendoli là dove si trovavano, fantasmi spesso invisibili alla società reale.

Li si è, poi, aiutati offrendo loro la possibilità di rendersi artefici del loro stesso futuro.

L’esperienza brasiliana serve tuttora per affrontare la questione più generale ella fame nel mondo, a partire da quei 500 milioni di agricoltori molti dei quali riescono a fatica a sfamare sé stessi. La loro produttività va migliorata, ma nel rispetto dell’ambiente; il rischio oggi imperante nel Pianeta, infatti, è quello di intaccare in maniera irreversibile le sue risorse basilari: terra ed acqua.

La conclusione del convegno è stata affidata a Giuseppe Sala, amministratore delegato di Expo 2015.

Come noto fra tre anni a Milano si parlerà proprio di nutrizione ed ambiente mettendo a confronto le strategie adottate dai vari Paesi per far fronte ai problemi alimentari, utilizzando in maniera sostenibile le risorse a disposizione, anzitutto l’acqua.e facendo attenzione agli sprechi alimentari

Parole chiave: educazione, innovazione e ricerca.

Si tratta di una sfida che attende anche il contributo del Lodigiano che, proprio su temi come la ricerca applicata all’agricoltura, la gestione delle risorse idriche e lo sviluppo sostenibile ha non pochi apporti da presentare a quanti parteciperanno alla esposizione universale.

Che dire al termine della giornata al Meeting di Rimini? Che è stata ben spesa!

Una convinzione, in particolare, mi è rimasta nella mente e nel cuore: se ci si mette in gioco in prima persona, tutti insieme possiamo risolvere anche i problemi più grandi, quelli che spesso i Governi – da soli – stentano a risolvere.

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