SANT’ANGELO Un fiaccolata per il Delmati: «Non c’è personale sufficiente»

Il sindacato Fisi promuove un presidio in piazza, il 31 ottobre

Una fiaccolata in pieno centro, per coinvolgere i cittadini e la politica. E denunciare una situazione non sostenibile per il personale e potenzialmente rischiosa, perché «l’ospedale Delmati non è attrezzato e non può accogliere pazienti Covid: non ci sono reparti e strumentazioni adatte, non c’è una rianimazione». L’ospedale Delmati ancora al centro del dibattito e questa volta sovra-locale. Perché la situazione vissuta in questo momento – con la seconda ondata Covid ormai arrivata, che rischia di mettere sotto pressione i presidi ospedalieri – è stata scelta come esempio dalla Federazione del Lodigiano della Fisi come simbolo per quella che viene definita una «disorganizzazione che rischia di essere pericolosa per tutti», spiega Gianfranco Bignamini. E a Sant’Angelo, il prossimo venerdì 31 ottobre, a partire dalle 20.30 in piazza Caduti, è atteso anche un presidio – le norme non consentono manifestazioni itineranti – con fiaccolata con la volontà di coinvolgere, non solo gli addetti ai lavori, ma anche appunto la cittadinanza e le istituzioni. Se in passato, più volte, i riflettori si sono accessi sulla riorganizzazione del presidio nato negli anni Settanta, e sullo svuotamento delle funzioni negli anni, al punto che spesso la politica è tornata a interrogarsi sul futuro, ora a far discutere è la scelta di dislocare qui, nei giorni scorsi, alcuni pazienti Covid, al quarto piano. «Abbiamo scelto Sant’Angelo per manifestare dissenso nell’organizzazione complessiva dei quattro presidi per questa scelta che non possiamo che definire insensata – spiega Bignamini – perché non c’è personale a Sant’Angelo per gestire questi malati e siamo in una situazione in cui gli operatori scendono dal sesto piano, entrano nel quarto piano dove ci sono pazienti Covid, e poi riescono con lo stesso abbigliamento. Con il rischio quindi di diffondere il contagio. Ora i posti sono 4, ma si è parlato anche di quaranta. Con che personale? Abbiamo una carenza di 40 medici e 54 infermieri e al momento non è possibile avere neanche una gestione ottimale dei turni a Codogno, ad esempio, dove ci sono infermieri che fanno uno o due riposi al mese. Abbiamo scelto Sant’Angelo per far capire che abbiamo quattro ospedali, ma non abbiamo un’organizzazione. E vorremmo coinvolgere anche i cittadini e le forze politiche».n

© RIPRODUZIONE RISERVATA