Sant’Angelo perde il cavalier Luigi Ferrari

L’ambulante più conosciuto: iniziò a 13 anni con una bicicletta. Sveglia sempre alle quattro del mattino e banchetti nei principali mercati, ha aperto 9 negozi e ha avuto tre figli

È un pezzo di storia di Sant’Angelo che se ne va. O meglio, un pezzo di storia del Lodigiano, visto quanto era conosciuto, in tutto il territorio, Luigi Ferrari, pollivendolo e commerciante di carne che se ne è andato nel fine settimana, a 86 anni. La sua storia inizia nel secondo dopoguerra quando a soli 13 anni, rimasto orfano del padre, anch’egli commerciante del settore, inizia a girare per le cascine del territorio in bicicletta, per rivendere poi in paese polli e uova. Ottenuta la licenza di ambulante, inizia la sua attività nel comune di Lodi, quindi si espande fino a diventare grossista con uno stand al mercato all’ingrosso di Milano, e importatore diretto di prodotti avicunicoli.

Con il tempo, i figli Angelo, Giuseppe e Mario hanno cominciato ad affiancare il padre nell’attività, cresciuta fino ad arrivare ad aprire nove macellerie tra Lodigiano e Sudmilano. Un vero e proprio impero oggi rimasto orfano del suo fondatore, che nonostante l’età rimaneva un punto di riferimento. Fino a non molto tempo fa, infatti, Luigi si vedeva ancora spesso al banco del mercato, come confermano i parenti, «era ancora lui a dare la sveglia ai figli, alle quattro del mattino sei giorni su sette, per andare al mercato». Una vita di soddisfazioni, ma anche di sacrificio, con turni di lavoro impegnativi affrontati sempre con entusiasmo. «Oltre al lavoro, la sua grande passione era la famiglia – raccontano i parenti -. Era affezionatissimo a tutti noi, ai figli, ai nipotini e ora anche alla sua piccola bisnipote. Amava molto i grandi pranzi di famiglia, come si faceva una volta. E crediamo che abbia tramandato anche questo ai suoi figli». Il cavalier Ferrari lascia la moglie Anna, i tre figli con le nuore Renata, Costanza e Laura, i nipoti Benedetta, Giovanna, Beatrice, Luigi, Rebecca, Martina, Gabriele e Anna, e la piccola Lavinia. Negli ultimi mesi, provato da alcune patologie, è stato ricoverato al San Raffaele, ma è riuscito a tenere duro per tornare a casa e salutare per l’ultima volta i suoi cari, che commentano: «Bisognerebbe scrivere un libro per raccontare il bene che ha fatto: ora che non c’è più, molte persone, anche a noi sconosciute, sono venute alla camera ardente per dirci di come erano state aiutate da lui quando avevano avuto delle difficoltà. Ha sempre aiutato tutti, ma nel silenzio». Il funerale si terrà oggi martedì alle 15 in Basilica, la salma sarà portata al cimitero locale.

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