Sant’Angelo, cinque settimane chiuso in una stanza perchè positivo: «Vi prego, vaccinatevi tutti»

L’appello via Facebook di un ventiquattrenne

Ha scelto di utilizzare Facebook, con cui dal 2018 racconta di Sant’Angelo, dei suoi personaggi e dei suoi pregi e difetti, tramite la pagina Orgoglio Santangiolino. Questa volta lasciando da parte l’ironia e privilegiando il linguaggio del reale tramite il suo profilo personale, per raccontare la sua storia di vita e le sue cinque settimane da positivo al Covid e curato a casa. Per condividere «la difficoltà di questa esperienza dal punto di vista fisico e psicologico» e lanciare un messaggio «ai tanti che ancora sottovalutano la situazione, per far capire a tutti quanto è importante vaccinarsi per debellare tutti insieme il virus». A parlare è Emanuele Carlin, 24enne di Sant’Angelo Lodigiano, volto noto in città anche per la fondazione della pagina Facebook Orgoglio Santangiolino, seguita da oltre 4 mila persone e diventata, nel tempo, luogo in cui celebrare le bellezze della città, anche tramite foto d’epoca degli scorci più noti, i suoi personaggi tipici e gli omaggi.

Per Carlin, la positività al Covid è stata annunciata dalla febbre oltre i 38 mercoledì 3 marzo. Due giorni dopo il tampone che ha confermato la positività - «erano oltre 50 quel giorno i positivi a Sant’Angelo e io ne facevo parte» - e i sintomi diversi, dalla febbre alta, al raffreddore, dai brividi ai dolori ossei e muscolari, all’assenza di olfatto e gusto, tosse e spossatezza. «Non ho mai avuto difficoltà a respirare e quindi non si è mai reso necessario il ricovero in ospedale, ma sono stato recluso in casa per cinque settimane di quarantena domiciliare e positività: cinque settimane dure, in cui non sono potuto uscire dalla mia stanza e sono rimasto a lungo a letto. Mi hanno aiutato i miei genitori e mi hanno fatto compagnia molti amici e amiche, che mi hanno fatto pensare a quando saremmo tornati presto a passeggiare sul Mio Lungo». Carlin ha scelto di raccontare la sua esperienza per condividerla con altri e spiegare quanto sia dura. «Volevo far conoscere quanto fosse stata difficile dal punto di vista psicologico e fisico, per far capire a chi non ci è passato cosa significa essere positivi e quanto è importante vaccinarsi - spiega lui - : è una storia di vita, condivisa perché mi capita di avere a che fare con tante persone, spesso più grandi di me, che ancora sottovalutano tantissimo questa situazione. E vorrei dare un contributo per sensibilizzare su questo tema e perché ci sia più consapevolezza sull’importanza del nostro sistema sanitario e dei vaccini».

© RIPRODUZIONE RISERVATA