San Giuliano, in centinaia in piazza per chiedere «basta guerra»

Le parole dei Papi per invocare riconciliazione e dialogo

Tra bandiere della pace, lumini e candele, ieri sera San Giuliano è scesa in piazza per ribadire un secco no all’orrore della guerra. È stato questo il filo conduttore della fiaccolata in piazza Vittoria partecipata da quasi 300 sangiulianesi, che si è aperta con l’intervento del prevosto don Luca Violoni. «Come sosteneva Pio XII, con la pace tutto è possibile, con la guerra tutto è perduto - sono state le sue parole -: nasce da qui l’assoluta necessità di diventare artigiani di pace contro una guerra che semina solo morte, odio e distruzione». Tra bandiere della pace e cartelli, candele e lumini, in tanti hanno preso parte alla fiaccolata per testimoniare tutta la propria solidarietà al popolo ucraino. «Serate come questa sono una luce di speranza per fermare la guerra - gli ha fatto eco il sindaco Marco Segala -. In collaborazione con gli organismi competenti, quello di San Giuliano è stato tra i primi Comuni a rendersi disponibile per accogliere la popolazione ucraina in fuga dal terribile conflitto, che ci auguriamo naturalmente possa terminare quanto prima». Il presidente del consiglio comunale Antonio Tenisi e l’ex presidente della consulta ricreativa-sportiva Francesco Palandri hanno sottolineato il dramma vissuto da donne e ragazzi, il presidente della Consulta culturale Roberto Tampone ha invece rilanciato sulla necessità della convivenza pacifica tra i popoli. Anche la presidente della Consulta sociale Gina Greco ha evidenziato il ruolo di primo piano giocato da San Giuliano per aiutare il popolo ucraino, mentre la presidente dell’Anpi Paola Pedrazzi ha rimarcato l’orrore delle fosse comuni e la strage dei civili inermi. «La guerra è follia - ha aggiunto -, diventa quanto mai necessario tornare alla ragionevolezza e all’umanità, il nostro impegno è massimo per riportare finalmente la pace». La capogruppo dell’Agesci Emanuela Checchi ha citato Papa Francesco quando dice che «dobbiamo essere costruttori di ponti, non di muri», mentre la manifestazione si è conclusa nella chiesa di San Giuliano, dove in tanti si sono radunati per la veglia di preghiera per la pace.

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