SAN GIULIANO Con il pullman della “speranza” ha portato in salvo 48 profughi ucraini

Olga, da sedici anni in Italia, è partita con una delegazione verso un centro di accoglienza in Polonia

Ha viaggiato per 21 ore con 48 profughi ucraini che è andata a prendere a un centro di accoglienza collocato in Polonia ai confini con la sua terra: la sangiulianese di origine ucraina Olga Dykun racconta il lungo tragitto a fianco del gruppo di sfollati sfiniti dalla stanchezza e dal dolore. «È difficile raccontare quello che ho visto - ha confidato Olga ieri mattina mentre stava rientrando a San Giuliano -: quando sono arrivata nei giorni scorsi a Przemyś ho trovato un centro di accoglienza collocato all’interno di immobili commerciali che sono stati smantellati per ospitare i profughi suddivisi per paese di destinazione. Mi sono recata all’area dedicata alle persone che erano in attesa di raggiungere l’Italia - riprende -: il mio cuore è rimasto con quelle donne e quei bambini che non sono riusciti a salire sul pullman perché i posti erano ormai tutti occupati, ripenso ai loro sguardi che ci vedevano partire su un mezzo che era al completo».

Da 16 anni in Italia, Olga, esponente dell’associazione culturale “Ucraina Più - Milano APS”, è partita insieme ad altre persone per dare un aiuto, ad esempio per la mediazione linguistica, ai suoi connazionali che stanno vivendo una situazione drammatica. «La bambina più piccola che ha viaggiato con noi ha un mese di vita - racconta -, inoltre c’era una coppia composta da un anziano italiano che insieme alla moglie ucraina ha deciso di lasciare la località dove vivevano perché con la guerra è diventata troppo pericolosa. Al ritorno - prosegue - abbiamo fatto un po’ di tappe per mangiare, per il resto è stato un viaggio nel quale ciascuno è rimasto in silenzio, si sentivano solo le voci dei bambini, tra gli adulti aveva voglia di parlare».

Nel corso del tragitto ciascun profugo ha compilato la pratica prevista per gli ucraini che entrano in Italia. Poi, una volta arrivati a Milano, hanno tutti effettuato il tampone Covid e infine ciascuno di loro è salito sul treno per dirigersi in diverse località italiane. La maggior parte si sono recati da parenti e amici che li ospitano, mentre 16 ucraini saranno accolti da Comuni che hanno offerto la loro disponibilità ad accoglierli. «Ciò che sta accadendo è qualcosa di terribile - conclude Olga -: per me non è facile parlare della disperazione che ho visto sui volti delle persone che, dopo essere arrivate in Polonia, aspettavano di allontanarsi sempre più dalla propria terra dove hanno lasciato tutto a cominciare dagli affetti e dalla loro storia».

L’inchiesta completa su «il Cittadino» in edicola sabato 12 e domenica 13 marzo

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