SAN DONATO Vent’anni di Cuore fratello, curati e guariti i bambini del mondo

Sono stati 370 i piccoli con gravi problemi cardiaci operati al Policlinico

L’associazione Cuore Fratello compie 20 anni: dal 2002 ad oggi sono 370 i bambini cardiopatici provenenti da Paesi in di via sviluppo che sono arrivati in Italia attraverso i viaggi della speranza per essere sottoposti a degli interventi salvavita presso il Policlinico San Donato. È un bilancio dall’importante valore umanitario quello tracciato dal sodalizio fondato da don Claudio Maggioni intorno al quale gravita un’importante rete di volontari grazie ai quali viene accolta, accudita e curata l’infanzia con il cuore malato che arriva da lontano e che talvolta trascorre diversi mesi a San Donato. Al di fuori infatti dei periodi in cui i piccoli pazienti sono ricoverati in ospedale, a occuparsi di loro sono i tenaci angeli che li affiancano nella convalescenza presso le case dell’ospitalità presenti nella città dell’Eni che sono gestite dalla stessa associazione. Proprio questi alloggi hanno già aperto le porte anche a 3.200 persone provenenti da altre regioni d’Italia o dall’estero, che hanno trascorso dei periodi a San Donato per assistere i loro famigliari ricoverati nel Policlinico.

Non solo. Cuore Fratello ha anche costruito dei ponti di collaborazione con alcune parti di mondo dove c’è carenza di strutture sanitarie e dove buona parte della popolazione fa grande fatica ad accedere ai costi delle operazioni di cui hanno assolutamente bisogno i piccoli. Grazie anche ai generosi benefattori che sostengono le iniziative di questa realtà di no profit, sono state così coperte le spese mediche per gli interventi di quasi 200 giovanissimi pazienti in Camerun e in Nepal. L’impegno non si è fermato nemmeno nel corso della pandemia, quando sul piano logistico era diventato particolarmente difficile fare arrivare i bambini che avevano urgente bisogno di cure.

Negli ultimi due anni sono così state affrontate delle vere e proprie peripezie per riuscire comunque, non appena è stato possibile, a organizzare dei trasferimenti per andare sempre e comunque incontro alle emergenze dei piccoli in condizioni gravi. Molti di loro viaggiano accompagnati dalla mamme, ma ci sono anche alcune suore infermiere del Camerun che hanno già fatto più volte la spola con l’Italia per accompagnare i bimbi in aereo e per stare al loro fianco, insieme ai volontari di Cuore Fratello, fino al momento di riportare alle loro famiglie i piccoli che hanno finalmente ritrovato il sorriso. In questi due decenni si sono sommate tante toccanti storie a lieto fine. E i primi piccoli che erano stati operati in passato ormai sono ragazzi che nel loro Paese conducono una vita normale. Giovani che portano nel cuore i volti e l’affetto di coloro che a San Donato li hanno curati, coccolati e incoraggiati nei giorni più difficili della loro vita.

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