SAN DONATO Stato di emergenza verso la fine, in Eni e Snam si ritorna in ufficio

I giganti di vetro riaprono le porte, si riduce il ricorso allo smart working per i lavoratori

I giganti di vetro di San Donato stanno riaprendo le porte: Saipem ha raggiunto il 30 per cento di lavoratori negli uffici, mentre gli impiegati di Snam su base volontaria possono alternarsi tra le scrivanie, fino ad arrivare ad un massimo di presenze intorno al 50 per cento dell’organico, e anche in Eni è stato registrato un allentamento delle misure. Mentre la quarta ondata di Covid sta quindi continuando ad allentare la propria morsa, in città si ricominciano a vedere i lavoratori che al mattino si recano negli immobili di terziario a timbrare il cartellino. In particolare, per quanto riguarda Snam, è stato appena firmato l’accordo in base al quale a partire da settimana prossima i singoli dipendenti dovranno garantire almeno due giorni di presenza con un massimo di 12 giorni al mese di lavoro da casa. La novità riguarda il fatto che, per favorire la conciliazione dei tempi, alcune categorie di impiegati avranno una flessibilità sull’utilizzo dei giorni di smart working senza sottostare ai vincoli settimanali. Già nel 2021 del resto, quando l’epidemia aveva concesso una tregua, anche Eni aveva approvato dei “pacchetti”, tesi ad andare incontro ai lavoratori con figli piccoli, che facevano sempre leva sull’ormai consolidato strumento basato sul lavoro portato avanti tra le mura domestiche. Mentre in Saipem la Rsu e l’azienda entro fine marzo dovrebbero arrivare ad un’intesa per strutturare lo smart working che, con modalità diverse, continuerà su base volontaria anche una volta conclusa l’emergenza sanitaria, come avverrà anche, almeno in parte, nelle altre grandi aziende. E comunque massima tutela verrà sempre garantita nei confronti di coloro che hanno delle comprovate patologie croniche per i quali l’eventuale contagio del virus potrebbe comportare dei particolari rischi per la salute.

Le prospettive che si aprono di graduale ritorno alla normalità stanno facendo tirare un sospiro di sollievo anche alle tante attività del territorio, a partire da bar e ristoranti che, dopo i lockdown del 2020 e del 2021, fino a quando le sedi aziendali sono rimaste semi-chiuse hanno vissuto dei momenti di grossa crisi legati proprio alla mancanza degli impiegati che per il territorio sandonatese rappresentano da sempre un importante indotto.

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