San Donato, palazzi Eni “blindati”

Scatta l’allarme terrorismo nei palazzi uffici dell’Eni di San Donato: per scongiurare eventuali malintenzionati si farà dunque leva sulla tecnologia. Nella giornata di lunedì il sindaco Mario Dompé ha firmato infatti un’ordinanza in cui dice “sì” alle misure per «contenere i livelli di rischio» varate dal colosso petrolifero. Per il momento si parla in particolare dell’installazione di “telecamere intelligenti”, con sistemi di ultima generazione, che verranno posizionate lungo il perimetro dei comparti locali che ospitano i giganti di vetro.

Nel documento del resto si legge «che la società è stata oggetto negli ultimi tempi di importanti azioni di carattere doloso quali danneggiamenti, minacce, attentati ad opera, verosimilmente, di gruppi dell’area anarchico - insurrezionalista nell’ambito dell’attuale crisi internazionale».

Proseguendo viene anche reso noto che «tale situazione è generata in attacchi con l’utilizzo di ordigni esplosivi e che le sedi degli uffici Eni costituiscono potenziale obiettivo del terrorismo internazionale». Di fronte al poco confortante scenario che tocca impianti e unità di terziario dislocati in una vasta cartina geografica su scala internazionale, un chiaro riferimento riguarda la parte di San Donato che ospita la sede direzionale della compagnia, dove scatteranno particolari misure di sorveglianza.

Il vertice del Comune ricorda infatti che «il rischio di attentati contro i palazzi uffici Eni comporta, di riflesso, anche un rischio per la cittadinanza». Tendo conto della premessa in municipio si è acceso il semaforo verde per gli investimenti che l’azienda affronterà per la dotazione in strumenti di «difesa passiva indispensabili a proteggere adeguatamente gli asset più sensibili di Eni e, contestualmente, a migliorare la sicurezza e l’incolumità della cittadinanza».

La società dovrà tenere informata l’amministrazione comunale riguardo i provvedimenti adottati, che a sua volta riferirà alla prefettura. Sul tipo di dispositivi pensati al fine di proteggere la parte di città potenzialmente vulnerabile, è stato solo fatto riferimento a “videosorveglianza intelligente”, che consente «l’analisi della scena anche a supporto delle stesse forze dell’ordine».

Ma un cenno riguarda pure «idonei sistemi di protezione perimetrale che impediscano accessi impropri nelle aree di pertinenza», nonché di sinergia tra vigilanza privata e forze dell’ordine. Questo il “pacchetto” di azioni che entreranno in vigore, per il resto vige un cauto riserbo.

Non è sicuramente la prima volta che in questo tratto di hinterland scatta un’allarme del genere per il quartier generale della multinazionale voluta da Mattei, in questo caso è già partita la staffetta per il decollo di un sistema di protezione all’avanguardia.

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