Salvaguardia dei beni di tutti

La salvaguardia dei beni comuni di un territorio - quali suolo, acqua, paesaggio, sicurezza - necessita di pianificazione ad un livello superiore a quello delle singole comunità. Da questo punto di vista la scomparsa dell’ente Provincia di Lodi ha tra i suoi effetti negativi quello di indebolire ulteriormente la capacità di pianificazione del territorio. È vero che il Piano Territoriale Provinciale non era vincolante per i Comuni, ma costituiva pur sempre un importante punto di riferimento con cui le maggioranze e le minoranze delle Amministrazioni Comunali erano chiamate a confrontarsi. Ciò che preoccupa è che al venir meno di capacità di visione e di intervento non limitata ai ristretti ambiti territoriali non sia corrisposta in questi anni una crescita di consapevolezza civica adeguata. C’è stato sì il grande sforzo di coinvolgimento dei cittadini attraverso il processo degli “Stati Generali” che ha portato alla stesura del “Libro bianco per il futuro del Lodigiano”, ma risulta comunque sempre difficile poi attivare la mobilitazione dei cittadini su questioni concrete coerenti con l’orizzonte delineato in quelle pagine. Un esempio per tutti è l’obiettivo di giungere all’opzione zero nella gestione dei suoli, quindi a non più ritenere “sacrificabile” il terreno agricolo alle voracità dei costruttori e dei gruppi finanziari alla ricerca di sempre nuove espansioni del patrimonio edilizio e delle infrastrutture viarie.Nel prossimo turno di Elezioni Amministrative le comunità sono chiamate a interrogarsi sui problemi relativi alla salvaguardia dei beni comuni che le riguardano, senza scoraggiarsi di fronte a situazioni di sconfitta che la mobilitazione dei cittadini ha dovuto registrare in questi anni, come ad esempio nella vicenda della costruzione della TEM, che sta apportando uno stravolgimento del suolo e del paesaggio agrario dei comuni dell’alto Lodigiano. Era questa l’unica possibilità per ottenere un decongestionamento del traffico della tangenziale di Milano e dell’area di Melegnano? Certo i gruppi finanziari non sono interessati alla promozione di soluzioni alternative, ma le Amministrazioni locali dovrebbero invece sentirla come un compito specifico per difendere la qualità della vita delle comunità.Resta in campo - ormai da un decennio - il progetto del “Business Park” tra Lodi e San Martino in Strada: una distruzione di suolo agricolo (circa 400.000 metri quadrati), superiore a ogni progetto precedente, finalizzata al rilancio dello sviluppo economico del Lodigiano. È possibile che un progetto pensato dieci anni fa sia ancora attuale, considerato che nel frattempo sono avvenuti cambiamenti enormi anche nella struttura produttiva del Lodigiano? Tale progetto sarà un “business” - lo dice la stessa denominazione - ma a favore di chi? Più recente è il caso del progetto di stoccaggio di oltre due miliardi di metri cubi di gas metano sotto il suolo dei comuni di Cornegliano Laudense e di Lodi. Fortunatamente un gruppo di cittadini di Cornegliano ha costituito un agguerrito e competente “Comitato Ambiente Salute” che, attraverso un rigoroso lavoro di controinformazione, ha portato alla luce le dimensioni e i rischi del progetto, a lungo occultati o minimizzati. Vale la pena contrabbandare compensazioni finanziarie ai Comuni con la sicurezza dei cittadini?Si legge poi sulla stampa locale che nel Comune di Massalengo verrà “sacrificato” altro terreno agricolo per ampliare quella che già attualmente si presenta come una sovradimensionata area di logistica. Simili megaprogetti non sono riconducibili ai bisogni della popolazione, che deve scontare qualche posto di lavoro con un aumento di traffico, di inquinamento, e con la devastazione dell’habitat naturale; spesso alimentano il dubbio che sia determinante il “lavoro di lobby” da parte di gruppi finnziariamente potenti.Altri interventi non in sintonia con la salvaguardia dei beni comuni sono i progettati interventi di realizzazione di centrali idroelettriche sull’Adda in sponda lodigiana, mentre ci sono due centrali elettriche che non funzionano a pieno regime per eccesso di offerta di energia. Così anche il progetto di dotare di una quarta corsia il tratto autostradale Lodi-Melegnano, che non risulta attualmente inadeguato al flusso di traffico. Anche qui riaffiora l’interrogativo che accompagna tante cosiddette “grandi opere”: a chi servono? Il dubbio è che servano soprattutto ai gruppi che le finanziano e alle imprese che le costruiscono. Un esercizio responsabile della cittadinanza in occasione dell’importante appuntamento con il rinnovo delle Amministrazioni comunali deve esprimersi nel prendere cocienza e prendere posizione su questioni importanti della vita del territorio in un contesto più ampio di quello del singolo paese: senza dimenticare che i beni comuni devono servire all’interesse collettivo, non all’interesse privato.

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