Salgono a quattro i pazienti Covid
in terapia intensiva a Lodi e Codogno

Al 65enne già ricoverato da alcuni giorni si è aggiunto un uomo di 72 anni, al Maggiore, altri due contagiati sono sotto stretta osservazione nella Bassa

Salgono a 4 i pazienti ricoverati in terapia intensiva all’ospedale di Lodi e Codogno. Al 65enne già ricoverato da giorni si è aggiunto un paziente di 72 anni al Maggiore e altri 2 a Codogno. I pazienti Covid che devono andare in rianimazione, solitamente, vengono trasferiti negli ospedali di riferimento, ma se le condizioni non lo consentono, spiega il direttore generale dell’Asst di Lodi Salvatore Gioia, «li ricoveriamo da noi». Per il loro bene e la loro sicurezza.

Mercoledì apre l’area blu

Mercoledì sarà aperta anche una nuova area Covid, al posto della neurologia, la cosiddetta area blu, per i pazienti più critici. I malati della neurologia saranno spostati in medicina. Così mercoledì mattina, a Lodi, i letti per acuti saliranno a 55

Ad oggi , nell’Asst di Lodi, ci sono 47 pazienti acuti ricoverati, 33 a Lodi e 14 a Codogno. «Noi stiamo andando abbastanza bene - dice Gioia -, abbiamo numeri gestibili, ma Milano scoppia e noi facciamo di tutto. Le cure messe in campo si aggiungono ai mezzi di contenimento dei contagi, individuati dal governo e dalla Regione. In accordo con l’Ats prendiamo i pazienti a domicilio, in sorveglianza, con la nostra centrale telecovid. È una dimostrazione che il territorio viene presidiato, in accordo con i medici di medicina generale, punti di riferimento per i pazienti».

Quattro i pazienti in rianimazione

Attualmente, oltre ai 4 malati intubati, in terapia intensiva, ci sono 2 pazienti in sub intensiva ad alti flussi che, dice il manager, «speriamo possano tornare a breve in area gialla». Ci sono poi 8 pazienti con il casco Cpap, che stanno andando bene e sono sotto stretto monitoraggio. .

Gioia è soddisfatto anche per quanto riguarda il «reclutamento del personale. Sta andando a gonfie vele. Abbiamo assunto 41 infermieri - dice - che arriveranno, scaglionati, in due mesi. Nel frattempo abbiamo attivato un appalto per essere operativi a Sant’Angelo con i letti di sorveglianza e i sub acuti. Il tutto sotto il controllo dell’ufficio infermieristico che verifica le procedure». L’Asst ha deciso di tenere gli acuti a Lodi e Codogno e riservare i subacuti e la sorveglianza Covid a Sant’Angelo. Oggi ci sono 20 malati al Delmati, il 4 novembre, saliranno di altri 20 e a metà novembre di altri 20 ancora, in base agli arrivi scaglionati degli infermieri.

«Sulle altre cure andiamo bene»

Il manager non condivide la preoccupazione per le patologie diverse dal Covid che rischiano di essere trascurate. «Al momento - dice - non abbiamo sospeso le attività ambulatoriali. La parte cardiologica di Codogno, magari sarà trasferita a Lodi, per via della trasformazione della riabilitazione in area Covid. Poi, tra tante prestazioni, può capitare che qualche visita venga rinviata. Sulla parte dei ricoveri, invece, ci sarà un rallentamento. Stiamo stressando molto il concetto della non procastinabilità. Oltre a garantire tutte le patologie oncologiche e le urgenze, vogliamo cercare di garantire anche le prestazioni di chi aspetta da tanto tempo. Questo pur nella ristrettezza dei letti chirurgici, perché la chirurgia è sempre la prima ad essere sacrificata».

Più soldi ai dipendenti

Certo, non è tutto «zucchero e frutta candita - dice Gioia -, ci sono disagi per i pazienti e disagi per gli operatori che devono rinunciare alle ferie e che sono sotto pressione». Siamo di fronte a un virus sorprendente, abbiamo visto come la curva epidemica si sia evoluta rapidamente. «Tutti fanno questo lavoro con spirito di sacrificio, tutti lavorano a testa bassa, nel bene dei malati - commenta il manager -. Stiamo mettendo in campo le risorse disponibili per andare incontro agli operatori e remunerare le prestazioni aggiuntive rispetto al contratto. Il resto è nella disponibilità di chi ha scelto questo lavoro per missione».

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