Rogo del capannone a San Fiorano, non si esclude l’ipotesi del dolo

I carabinieri incaricati di fare chiarezza, insolite la modalità e la velocità del rogo

Cosa ha scatenato l’incendio? È tutto frutto delle reazioni naturali o vi è la mano dell’uomo? Domande a cui si cerca e si vuole dare una risposta in paese dopo quanto accaduto. Sin da venerdì sera, mentre in tanti accorrevano per vedere le operazioni di spegnimento di un rogo sempre più vasto e pauroso, la sensazione era che ogni ipotesi fosse stata presa al vaglio. Anche quella del dolo.

Perché l’incendio è stato di grandi dimensioni anche per via del numero imponente di bancali presenti all’interno del capannone, ma a molti sono parse comunque strane le modalità e la velocità in cui le fiamme hanno preso piede all’interno del capannone. Tante ipotesi quindi sul tavolo, con i carabinieri della Compagnia di Codogno al lavoro per sbrogliare la matassa. In attesa di risposte, anche alle analisi effettuate da Arpa per la bonifica, e con il pericolo ormai svanito, tra spegnimento e abbattimento, è il tempo dei ringraziamenti. Il primo arriva dal sindaco Mario Ghidelli, «ai vigili del fuoco, che hanno contenuto le fiamme, salvando le aziende vicine e il Lazzaretto. Grazie anche alla protezione civile, con me sul posto venerdì sera e sempre presente».

Un grazie ai vigili del fuoco era arrivato già nella serata di venerdì anche dal presidente della Provincia di Lodi Francesco Passerini, recatosi sul posto per osservare da vicino la situazione rassicurando poi i residenti di San Fiorano e dei comuni vicini. E un grande grazie per il lavoro svolto è anche arrivato dai residenti dell’area vicina a via De Gasperi. Tutti hanno passato un notte insonne udendo, e vedendo, le operazioni di spegnimento e messa in sicurezza. «Abbiamo avuto paura – raccontavano sabato alcuni di essi -. Temevamo che l’incendio arrivasse fino alle case. Loro, i carabinieri e la protezione civile ci hanno fatti sentire al sicuro».

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