Quarantamila pazienti in coda, un rebus recuperare le visite e gli esami a Lodi

La prenotazione diventa un incubo bisogna pagare anche per le urgenze, l’assessore Gallera promette soluzioni: «Stiamo preparando un pacchetto di misure per ampliare l’area a pagamento dei dottori, senza costi per i pazienti»

Un’odissea recuperare le visite bloccate dal coronavirus. Non solo a Lodi, ma in tutta la Lombardia. Per effettuare un esame, anche urgente, bisogna pagare. A Lodi, le visite e gli esami interrotti a causa dell’emergenza covid superano i 40mila e i pazienti in coda, da febbraio fino al 15 maggio, sono 28mila. Considerato che gli specialisti sono obbligati a effettuare una visita ogni 30 minuti, la lista è chilometrica e le proteste non mancano.

«Per un’urgenza ho pagato»

È il caso di una donna di Lodi, colpita da dolori atroci all’addome. «Non c’erano farmaci che mi calmassero - commenta T. S. -. Il mio medico si è preoccupato: “Voglio vederci chiaro”, ha detto. Si trattava sicuramente di fegato, pancreas, stomaco. Ero terrorizzata. Mi ha prescritto una ecografia con l’urgenza da effettuare entro 10 giorni. Ho chiamato il numero verde. A Lodi, Melegnano e Crema non c’erano posti, anzi, non era nemmeno possibile prenotare. L’operatrice del Cup mi ha detto che sarebbe stato inutile guardare la situazione degli altri ospedali, intanto sarebbe stato così più o meno in tutta la regione». Ma anche nel privato accreditato la situazione non cambiava. «Una struttura di Lodi mi rimandava alla fine di agosto e un’altra a settembre - racconta la paziente -. Così, alla fine ho dovuto andare per forza a pagamento. In un centro privato ho trovato subito posto».

In attesa da mesi per una Tac

«Anche io sono scontento - commenta C. A. di Codogno - devo fare una Tac per la mia malattia che è tornata a farsi sentire. Mi devono chiamare quando si libera un posto, invece sono ancora in attesa».

Gallera: «Più visite nei weekend»

L’assessore regionale al welfare Giulio Gallera rassicura: «Stiamo preparando un pacchetto di misure - dice -. Anche il governo è al lavoro. Metteremo delle risorse per incentivare l’area a pagamento dei medici che così potranno lavorare di più, anche il sabato e la domenica, o la sera, per effettuare gli esami. Provvederemo anche ad ampliare l’offerta del privato accreditato». Attualmente, a Lodi, stanno chiamando i pazienti che avevano un esame a marzo.

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