Il 10 aprile è stato presentato a Roma da parte dell’Unicef , alla presenza del presidente del senato Pietro Grasso, il Rapporto sul Benessere dell’Infanzia nei paesi ricchi: un’analisi comparativa tra gli stati ad economia più avanzata.Il quadro che ne esce non è dei più esaltanti, per usare un eufemismo, per il nostro paese. L’Italia si colloca infatti al 22 posto nella graduatoria generale, su 29 paesi presi in considerazione, subito dopo Ungheria e Polonia e prima ,se ci può consolare di Grecia e… Stati Uniti. Il rapporto elaborato con la consueta cura e scrupolosità (questo è il report card annuale n. 11), dal Centro di ricerca dell’Unicef Internazionale che ha sede a Firenze presso gli Innocenti, si divide in tre parti. La prima analizza cinque dimensioni che interessano i bambini: Benessere Materiale; Salute e Sicurezza; Comportamenti e rischi; Condizioni abitative ed ambientali. La seconda parte riporta le opinioni dei bambini e degli adolescenti sulla loro condizione di benessere e la terza valuta i miglioramenti dei vari stati nei primi 10 anni del 2000. Rinviando all’edizione integrale per chi volesse consultarla (www. unicef.it), dove si possono trovare molti dati decisamente interessanti, e per nulla scontati, anche se non sempre convergenti,non possiamo esimerci in questa sede dal fare alcune brevi considerazioni che afferiscono il nostro paese :1 - Il 17% dei bambini in Italia vive al di sotto della soglia di povertà relativa ,con un tasso dei più bassi tra i paesi industrializzati, e come risulta dai dati Istat, le fasce più vulnerabili sono nel Meridione e tra gli immigrati del Nord.2 - L’11% dei giovani italiani tra i 15 e i 19 anni, (cd tasso Neet), non frequenta alcuna scuola, non lavora e non segue corsi di formazione.3 - Il rendimento scolastico degli alunni italiani (test Pisa in lettura, matematica e scienze) vede l’Italia al 25° posto sui 29 presi in considerazione.4 - Negli ultimi 10 anni non c’è stato un miglioramento significativo dell’Italia rispetto al benessere dei bambini.5 - I ragazzi italiani però non si rendono molto bene conto di questa loro situazione e si sentono abbastanza soddisfatti. In questa classifica l’Italia risale pertanto dal 22° al 15° posto.Molte considerazioni si potrebbero fare a coronamento di questi dati ma mi limiterò a citarne alcune,prendendole direttamente dal discorso del presidente Grasso.“…la questione dell’infanzia e dell’adolescenza va messa al centro dell’azione politica se vogliamo che l’Italia possa avere un futuro… non assistiamo solamente ad una deprivazione materiale,ma siamo di fronte ad un impoverimento morale ...le conseguenze di una mancata promozione del benessere infantile sono pesantissime e si ripercuotono nelle fasi successive della vita del bambino e della nazione intera …oggi è più che mai urgente approvare misure contro la povertà infantile e le disugualianze ...la spesa pubblica destinata ai minori non è un costo, ma piuttosto un investimento...” E infine “Considero questi obblighi morali e materiali un imperativo categorico... Bisogna poter guardare in viso i nostri figli e i figli dei nostri figli,senza mai avere la sensazione di doverci rimproverare qualcosa”.Parole sacrosante sulle quali non si può che essere d’accordo e se poi vengono pronunciate dalla seconda carica dello Stato in una occasione solenne, non possono che ridarci fiducia e speranza in un futuro migliore, per noi ma soprattutto per i nostri figli.…Peccato però che a 50 giorni dalla tornata elettorale non ci sia ancora un governo, e nemmeno lo si scorga all’orizzonte, che se ne possa fare carico.Stefano Taravellapresidente regionale Unicef Italia
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