Profughi, l’emergenza inizia adesso

Con la fine dell’anno 2012 si è chiusa la cosiddetta Emergenza Nord Africa, iniziata con gli sbarchi a Lampedusa due anni fa, avvenuti in seguito alle “primavere arabe”. Il Governo ha deciso di proseguire l’accoglienza per altri due mesi ma in un nuovo quadro di regole.Con il ritorno alla gestione ordinaria, infatti, le competenze passano dalla Protezione civile al Ministero dell’Interno. Sono, dunque, le Prefetture dal 1° gennaio 2013, i soggetti attuatori con cui gli Enti che si renderanno ancora disponibili a proseguire l’accoglienza dovranno formalizzare le nuove convenzioni.Recentemente la Caritas Ambrosiana, riconfermando la propria leale collaborazione verso le Istituzioni, ha espresso alcune preoccupazioni per la gestione di questa nuova fase.1. Avere prolungato di soli due mesi l’accoglienza, rischia di lasciare per strada prima della fine dell’inverno, proprio i soggetti più deboli, tra i quali anche donne con bambini, che difficilmente potranno trovare soluzioni autonome. Usciti dai centri di accoglienza, i soggetti più fragili chiederanno aiuto alle Caritas e ai Comuni, appesantendo così il carico sostenuto da un welfare locale già costretto a rispondere a bisogni crescenti con sempre meno risorse.2. Alcune strutture di accoglienza, alberghi e pensionati ad esempio, a torto o a ragione potrebbero ritenere di non proseguire l’accoglienza, nei termini stabiliti dalla nuova convenzione. Già, dunque, nei prossimi giorni, un numero non irrilevante di profughi potrebbe restare all’addiaccio.3. La nuova fase di gestione prevede solo interventi per la sopravvivenza. Ciò rischia di interrompere la continuità dei percorsi di integrazione intrapresi dagli ospiti grazie ai corsi professionali, ai tirocini lavoratori, all’accompagnamento sociale e alla mediazione legale, tutti servizi offerti fino ad oggi.4. L’approssimarsi della scadenza del periodo di accoglienza, crea tra gli ospiti dei centri una comprensibile tensione alimentata anche da informazioni scorrette. In alcuni casi, tale situazione, potrebbe degenerare in aperte rivolte che, inevitabilmente, comprometterebbero il buon lavoro fatto fin qui.In questo nuovo contesto la Caritas rinnova l’appello già espresso da Caritas Italiana alle massime Istituzioni, affinché l’accoglienza possa essere prolungata almeno fino all’inizio della primavera. Un mese in più non consentirà certo di dare nemmeno lontanamente risposta alla domanda di futuro espressa da questi migranti, ma potrà almeno evitare loro di affrontare difficoltà superiori alle proprie forze e di sovraccaricare una rete di aiuti già parecchio appesantita dai tagli al welfare e da una crisi economica che non allenta la presa.Inoltre, la Caritas rivolge a tutti i soggetti coinvolti un invito pressante ad agire con senso di responsabilità, in questa difficile fase, anteponendo ad ogni altra valutazione, il valore e il dovere della solidarietà.Dall’inizio dell’emergenza la Caritas ha accolto presso strutture proprie o di realtà collegate centinaia e centinaia di profughi (principalmente uomini), provenienti per lo più dall’Africa sub-sahariana, ed in particolare da Nigeria, Mali, Costa D’Avorio, Ghana e Somalia.Per favorire l’integrazione ha organizzato appositamente corsi di italiano e indirizzato le altre ai corsi già attivi sul territorio; ha attivato corsi di formazione professionale e tirocini con borsa lavoro. Ha offerto supporto psicologico, assistenza legale, accompagnamento sociale.Questo ampio ventaglio di opportunità è stato garantito attingendo anche a risorse proprie, sia umane (volontari), sia economiche.

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