Profughi, anche il Lodigiano farà la sua parte: previsti 145 posti per i libici

Diciotto solo nel capoluogo

Lodi dovrebbe accogliere 18 profughi libici. Se arriveranno. Ma di immigrati clandestini neanche l’ombra. Né nell’area dell’aeronautica di Peschiera, né in quella militare, a due passi dall’Adda, tra Pizzighettone e Maleo. Questo è quanto è emerso ieri pomeriggio, nella prima parte dell’incontro che si è svolto a palazzo Chigi, ma che è continuato fino a tarda serata.

Lorenzo Guerini era presente come capodelegazione dell’Anci, insieme ai rappresentanti del governo, delle regioni e degli enti locali. Ad affiancarlo, nella conferenza unificata, è stato il sindaco di Padova Flavio Zanonato, responsabile per le politiche dell’immigrazone dell’associazione dei comuni. Nella mappa dei siti da destinare a tendopoli per l’accoglienza degli immigrati irregolari, preparata dal ministero dell’interno e presentata ieri, la Lombardia non c’è. Le liste in circolazione sono molte e il clima politico è teso. Nei giorni scorsi si facevano i nomi di Pizzighettone e Peschiera. Il sindaco di quest’ultimo comune, Antonio Falletta, interpellato, però, aveva smentito. E ieri l’ha ribadito.

«L’area dell’aeronautica, all’ingresso del paese - ha detto -, è inadeguata, da sistemare. Non può essere destinata all’accoglienza degli immigrati. La notizia è circolata solo sui giornali, ma a me non è mai arrivata alcuna richiesta dall’assessore regionale. E so che l’ipotesi non è stata avanzata nemmeno all’incontro con il governo». Secondo i calcoli del ministero i profughi in arrivo dalla Libia dovrebbero essere mille per ogni milione di abitanti. E secondo questa logica la Lombardia di Roberto Formigoni dovrebbe accoglierne 8.500 e tutto il Lodigiano 145. Fino alle 20 di ieri, i rappresentanti di governo, regioni, Anci ed enti locali, sui clandestini non avevano ancora deciso nulla. La loro scelta sarà poi discussa durante la seduta odierna del consiglio dei ministri. L’unica certezza, fino a ieri, era il piano per eventuali profughi provenienti dalla Libia. Che dovrebbero essere ospitati all’interno del programma Sprar, Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Si tratta del tradizionale canale destinato ad ospitare i richiedenti asilo. Fino all’anno scorso, a gestirlo per il capoluogo lodigiano era “Lodi per Mostar”. Adesso, la responsabilità dell’accoglienza degli immigrati, è passata a “Progetto insieme”, l’associazione guidata dal presidente Paolo Landi. «Attualmente - spiegano quest’ultimo, insieme all’operatore Pietro Germani - i 18 posti sono tutti occupati. Domani (oggi, ndr) abbiamo una riunione con l’assessore ai servizi sociali del comune Silvana Cesani per valutare la situazione». Nei giorni scorsi, il ministro dell’interno aveva annunciato che avrebbe allargato la rete dell’accoglienza dei progetti Sprar. “Progetto insieme”, però, non ha ricevuto informazioni in merito. Per avere certezze bisognerà aspettare ancora.

Guerini però, nella riunione straordinaria, a palazzo Chigi, ha detto che «nella predisposizione delle misure per far fronte all’emergenza immigrati è necessario coinvolgere gli enti locali: questi ultimi - ha detto il referente dell’Anci - non devono essere semplici destinatari di comunicazioni». Sulla questione dell’emergenza clandestini Guerini ha fatto notare che «per la localizzazione di eventuali altre strutture è necessario coinvolgere gli enti locali, altrimenti si rischia una forte pressione sugli amministratori da parte dei cittadini».

A proposito dei minori, invece, Guerini ha fatto notare che «il fondo di 5 milioni previsto dal governo riguarda la fase emergenziale, ma c’è bisogno di capire come si gestirà la fase successiva. Il rischio, altrimenti - ha commentato -, è che i comuni siano costretti a farsi totalmente carico del problema, come succede già in altre città, con i minori stranieri arrivati in altri momenti».

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