Pretendere una seria legge elettorale

E’ sempre più numerosa la schiera di coloro che, nel difficile tentativo di innestare una marcia diversa per il Paese, auspicano un drastico viraggio dentro il cervello degli italiani, anteponendolo ai cambiamenti riformisti, dei quali alcuni volenterosi si stanno, affannosamente, occupando. I fatti che ogni giorno, in “ verba et scripta”, ci vengono sottoposti, non possono non provocare piena condivisione per un siffatto auspicio. Non si ottengono risultati, neppure minimi, cambiando regole che continuano ad essere violate, in virtù di un’atavica assuefazione al trasgredire, non di rado accompagnata da scandalose collusioni tra controllati e controllori. Le modalità di attribuzione degli appalti pubblici, ad esempio, sono già state sottoposte a profonde revisioni e modifiche, ma le case del dopo-terremoto, all’Aquila, continuano ad essere inagibili perché perdono i balconi al primo soffio di vento, e i viadotti delle strade si afflosciano come i castelli di carte da gioco che, da bambini, ci divertivamo a costruire. L’assenteismo al lavoro potrebbe essere efficacemente calmierato con la seria, puntuale applicazione delle leggi esistenti, più volte riscritte ed arricchite, ma è recentissima la notizia che i dipendenti di un ente provinciale siciliano, continuano a praticare il vecchio trucco del cartellino timbrato dai colleghi, sotto lo sguardo complice della dirigenza e dei rappresentanti di categoria. Verifiche, accertamenti, sospensioni? Nemmeno un accenno. Per contro viene, in questi giorni, reso noto il risultato di uno studio specifico secondo il quale, meno del 2% dei provvedimenti avviati nei confronti della numerosa, godereccia compagine di ruba-stipendi, si è concluso con un licenziamento. In altri ambiti valgono argomentazioni analoghe. Germania, Svizzera e Olanda hanno da tempo affrontato il problema dei rifiuti, osservando con rigore e senso civico regole comuni, valide ed approvate anche in Italia. A Berlino, Zurigo e Amsterdam non si trova un solo mozzicone di sigaretta per strada. A Napoli e a Lodi le carcasse di frigoriferi e le ante ammuffite di armadi dismessi, fanno ormai parte del “paesaggio”, mentre l’Ama di Roma (azienda municipale ambientale) non sa più quali gare “vendere” alle “sedicenti” cooperative del malaffare. La Giustizia necessita, forse, di qualche aggiustamento se, da un lato, condanna al carcere duro un insipido ricattatore che fotografa un personaggio famoso in giro con l’amante, e dall’altro infligge, dopo due gradi di giudizio, una pena modesta a un assassino, che ha ucciso la fidanzata con efferatezza, concedendogli l’attenuante della non premeditazione. Accanto a simili storture da correggere, non solleva alcun dubbio, peraltro, la necessità di recuperare efficienza dentro gli apparati del settore, visto l’altissimo numero dei processi pendenti, dei reati prescritti e di quello dei ladri conclamati che la fanno franca e si godono il maltolto alle Seichelles. E’ davvero importante, dunque, la necessità di abbandonare le pessime abitudini acquisite in decenni di permissivismo, di lassismo, di inefficienza, di corruzione, di mancato rispetto per il prossimo, supportati dalla convinzione che lo Stato è un pozzo senza fondo da cui estrarre risorse solo per soddisfare le avidità personali. Ma, dentro le volute cerebrali di ciascuno di noi, deve farsi strada e maturare un altro ribaltamento fondamentale che assume carattere prioritario ed ancor più urgente a paragone di tutto quanto prima evidenziato. La felice conclusione della brutta esperienza, vissuta in Siria da Greta e Vanessa, ha scatenato un nutrito ragliar di commenti che, se così definito, suona offensivo nei riguardi degli asini. Tra le orrende dichiarazioni raccolte, sui notiziari televisivi, sui quotidiani e sul web, brillano per oscenità ed ottusità quelle di alcuni parlamentari, arroccati, come cozze, agli scanni del potere, per i quali, forse, non è abbastanza dispregiativa l’associazione con gli utili “bivalvi” che nobilitano una buona zuppa marinara. Ci sganciamo dalla ricerca di altre metafore onde non scivolare nel triviale, ma prendiamo spunto dall’episodio per sottolineare la necessità e l’urgenza di un ricambio generazionale dell’attuale classe politica che, per un perverso congegno elettorale ci è stata imposta e che certamente non meritiamo, essendo ancora capaci di offrire alla comunità, non solo nazionale, ben altre eccellenze. Le recenti nomine ai vertici di organismi internazionali economici e scientifici lo testimoniano efficacemente. Ecco, dunque, l’ imperativo doveroso e imprescindibile cui tutti noi dobbiamo convertirci: pretendere una legge elettorale riformata che neghi l’eleggibilità ad inqualificabili mestieranti nel cui genoma trova posto solo l’egoismo e l’insipienza. Pensiamo sia un ingrediente indispensabile se vogliamo avvistare la sospirata luce in fondo al tunnel.

© RIPRODUZIONE RISERVATA