Presidio alla vigilia di Natale davanti al macello Inalca di Ospedaletto

La Cgil chiede un intervento del prefetto dopo che la proprietà ha rifiutato un incontro

Presidio pre-natalizio del sindacato e dei lavoratori davanti al macello Inalca di Ospedaletto. Dagli atteggiamenti anti-sindacali alle preoccupazioni per la sicurezza nel sito produttivo fino all’appalto del servizio di portierato con il rischio che i vecchi lavoratori siano lasciati a casa: la Flai Cgil e la Filcams Cgil chiedono alla Prefettura di Lodi la convocazione di un tavolo dopo che alla richiesta di incontro l’azienda ha dato risposta negativa.

Il presidio, 25 tra lavoratori e sindacalisti, è andato in scena la vigilia di Natale attorno alle 6 del mattino, con un chiaro intento dimostrativo. La goccia che ha fatto traboccare il vaso sono stati «i comportamenti anti-sindacali dell’azienda» che ha spostato di turno e mansione quei lavoratori che avevano aderito allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil il 16 dicembre. Inoltre, di recente Inalca ha cambiato l’appalto del servizio di portierato, dove sono occupati 4 lavoratori.

«Il nuovo appaltatore è una coop pirata che aderisce a un contratto nazionale non siglato da Cgil, Cisl e Uil, con cui vengono applicate paghe più basse, e come se non bastasse c’è il rischio concreto che lasci a casa i lavoratori per eseguire l’appalto con dipendenti propri già in forza - spiega Davide Torbidi, segretario della Flai Cgil -. Poi ci sono una serie di questioni sul tavolo da mesi, senza che se ne venga a capo: c’è un problema sulla mancata corresponsione del premio di risultato a quei lavoratori che non hanno raggiunto la soglia delle presenze a causa di quarantene o malattia Covid. Soprattutto ci preoccupa la situazione della sicurezza sul lavoro: a causa della velocità della catena di produzione, le malattie professionali si sono moltiplicate e ci è stato riferito anche di alcuni infortuni sul lavoro, per fortuna non gravi, che sono stati risolti direttamente in azienda». Una situazione preoccupante, di cui la Cgil vuole discutere con l’azienda: anche gli ultimi tentativi di richiesta di incontro il 23 e il 24 dicembre però sono andati a vuoto con l’azienda che si è negata.

Da qui la richiesta trasmessa in Prefettura a Lodi per la convocazione di un tavolo di raffreddamento «al fine di scongiurare un aggravamento del conflitto in una condizione di alta tensione delle lavoratrici e dei lavoratori».

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