Pescatori, runner e ciclisti popolano la Muzza

Viaggio nella campagna attorno al canale del Lodigiano

In un viaggio che ci ha portato sull’argine della Muzza, abbiamo toccato le tappe più ambite dai lodigiani per passeggiate sulle rive del canale, jogging e biciclettate all’aria aperta. Proprio a ridosso della centrale termoelettrica Ep produzione di Tavazzano e Montanaso, abbiamo percorso il sentiero che si staglia alle spalle della provinciale, con automobili che corrono veloci, in contrapposizione alla pace che si respira nella natura sulle sponde della Muzza. «Venivo a pescare qui abitualmente - confida Daniele, di Milano, classe 1969 -. Con la temperatura dell’acqua più calda, per via della centrale, il pesce anche d’inverno rimaneva più attivo e si pescava alla grande. Ora, invece, le condizioni non lo permettono più: il livello dell’acqua è troppo basso».

Almeno di un metro più sotto rispetto al solito, infatti, l’acqua della Muzza lascia emergere in superficie il verde delle alghe che popolano il canale. «Vista la situazione mi dirigerò verso l’Adda oppure il Po» confida, ancora alla ricerca di una location per trascorrere un sabato di relax. Luciano Colombi di Tavazzano, classe 1948 si mantiene in forma con passeggiate sulla Muzza ascoltando la sua playlist preferita dei grandi successi del passato. Con gli auricolari nelle orecchie, lo incontriamo in direzione Lodi Vecchio: «Il mio segreto per sentirmi sempre giovane è proprio la musica - confida -: ballo latino americano e canto nel tempo libero, un repertorio che spazia dagli anni Settanta fino alla disco music». Con tanti viaggi alle spalle, tra i Caraibi e le isole tropicali più belle del mondo, Luciano non disdegna anche bellezze di “casa”: «Il verde della natura sulla Muzza e lo scorrere dell’acqua regalano un paesaggio da cartolina». Tra scorci suggestivi da vivere a un passo dalla città, però, i percorsi lungo il canale non sempre sono curati come dovrebbero: abbiamo trovato cartelli completamente divelti dal terreno, la staccionata che mancava in più punti, l’erba che cresceva senza una costante manutenzione e anche rifiuti ingombranti di cui nessuno si cura più

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