Paglia, le parole speciali del Papa: «Che Dio la benedica dottore»

L’incontro del Pontefice con il primario del pronto soccorso dell’ospedale di Lodi

“Che Dio la benedica dottore”. Una frase eloquente quella pronunciata da Papa Francesco al primario del pronto soccorso Stefano Paglia, soprattutto se in mezzo c’è l’immagine del reparto invaso dalle barelle, il rumore dell’ossigeno ad alti flussi nelle orecchie, poi i decessi, le mani strette ai pazienti, le lacrime e la paura di non farcela. “Dio la benedica”. Benedica lei e quelli che sono stati al suo fianco. E il cerchio si chiude. A pronunciare la medesima frase, infatti, rivolgendosi ai suoi operatori del pronto soccorso, era stato lo stesso primario, all’inizio dell’epidemia da coronavirus, il 23 febbraio, nella lettera nella quale il medico chiedeva ai dipendenti con il tampone positivo di stare a casa e agli altri di rientrare. “Che Dio vi benedica” aveva concluso il primario.

Un modo affettuoso per dire che loro, di fronte a una situazione di quella portata, avrebbero fatto il possibile, ma sarebbe servito, più del solito l’aiuto di Dio. Per salvare se stessi e gli altri. E la storia di questi mesi ha fatto capire a tutti la verità di quelle parole, anche se in quei momenti non hanno mancato di suscitare qualche polemica. E sabato, al medico, è bastato pronunciare le parole: “Sono Stefano Paglia, il primario del pronto soccorso di Lodi”, che il Papa l’ha guardato dritto negli occhi e gli ha detto proprio così: “Che Dio la benedica, dottore”. Poche parole arrivate dritte al cuore. «È stato emozionante incontrare il Papa - racconta il primario -. È stata un’esperienza particolare entrare nella sala delle udienze. Ci è stata offerta una grande possibilità. Non ce la aspettavamo. Eravamo in 100. Eppure il Papa, dopo aver parlato all’assemblea, ha incominciato a passare tra noi e ha detto qualche parola a tutti. Mi sono commosso. Non avevo considerato questa dimensione personale». I primari del pronto soccorso e della chirurgia erano lì «in rappresentanza di tutto l’ospedale. Il Papa ha voluto incontrare tutti personalmente, dando un segno della sua attenzione per noi. Mi ha detto 4 parole soltanto, 4, che per me hanno un significato particolare». “Che Dio la benedica”. Paglia, cattolico praticante, aveva visto il Papa quando era andato a Milano, ma allora era solo un puntino bianco lontano in mezzo alla folla. « Il Papa è una persona con un carisma e un’umanità speciali - ammette -. È stata un’esperienza unica e gli sono molto grato. Quando me l’hanno proposto ho accettato subito. È stato un bel momento, non un’esperienza generale, ma personale per ognuno. Mi ha fatto piacere anche vedere lì, con noi, il cappellano dell’ospedale, don Andrea Tenca. Vestito e bardato come noi è stato tra noi e i nostri pazienti, in questi mesi, un punto di riferimento spirituale costante. Un grande davvero. Ho avuto modo di esprimere la mia personale gratitudine al vescovo di Lodi per l’operato di don Andrea».n 
Cristina Vercellone

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