OMICIDIO A CODOGNO Clochard ucciso all’ex Majorca, pena ridotta di quindici anni

Per la corte d’appello era omicidio preterintenzionale, non volontario

La corte d’assise d’appello di Milano ha ridotto di 15 anni la condanna di Biagio Trezza, il 48enne di Codogno che era stato arrestato la sera del 28 gennaio 2019 dai carabinieri all’interno dell’ex discoteca Majorca con l’accusa di omicidio volontario ai danni del senzatetto 60enne milanese Graziano Cappato, trovato senza vita - morto da alcuni giorni - e semisepolto sotto vecchi arredi all’interno di uno sgabuzzino della stessa ex discoteca. Difeso dall’avvocato lodigiano Paolo Muzzi, Trezza si è visto riqualificare l’accusa principale da omicidio volontario, per cui il gup di Lodi lo aveva condannato in abbreviato a 21 anni di carcere, a omicidio preterintenzionale, cioè come conseguenza non voluta di un’aggressione, per una pena di 6 anni. Trezza, che dopo aver vissuto per un certo periodo nelle case popolari era diventato a sua volta un senzatetto, aveva sempre sostenuto che «non voleva uccidere» il 60enne. L’autopsia eseguita dal consulente del pm Maurizio Merlano aveva evidenziato diverse lesioni, alcune delle quali però probabilmente risalenti a diverso tempo prima rispetto alla morte, e soprattutto una situazione di alterata coagulazione del sangue per cui anche un trauma non particolarmente importante avrebbe potuto causare emorragie fatali. Un quadro che, nella lettura della corte d’assise d’appello, giudici Giovanna Ichino e Franca Anelli, in mancanza di prove certe di un violento pestaggio da parte di Trezza, ha portato alla derubricazione del reato.

Sia il codognese sia la vittima erano probabilmente ubriachi quando è avvenuto lo scontro fisico cui le sentenze di primo e secondo grado attribuiscono il decesso. Ma Trezza, quando erano arrivati i carabinieri, allertati da una fonte confidenziale, non aveva cercato di fuggire ed era rimasto nel suo giaciglio, ricavato in un ex ufficio del Majorca e con tanto di lucchetto. La difesa ha più volte sottolineato che probabilmente qualsiasi sua ricostruzione dei fatti non sarebbe mai stata chiara, per diversi motivi. Cappato da diverso tempo veniva trovato a dormire nelle sale di attesa delle stazioni ferroviarie del Basso Lodigiano. Forse la lite era nata per una discussione sul “posto letto” nell’ex discoteca.

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