Oggi non è la festa di tutti

Oggi, San Giuseppe, Festa del Lavoro, un giorno in cui per la sua storia e per la sua esperienza la nostra società decise di fermarsi, di interrompere i ritmi del lavoro per poter rendere omaggio al lavoro stesso.Fermarsi perché riconoscere il valore del lavoro vuol dire riconoscerne l’intrinseco significato umano, fermarsi soprattutto perché il lavoro ha valore in quanto permette di vivere tempi come oggi, tempi di festa. Non è solo un giorno di riposo, è proprio un giorno di festa. La festa è il momento per le relazioni, per la socialità, per la condivisione e per la libertà. Il lavoro prende luce grazie alla festa, assume significato nella prospettiva tutta umana di rivelarsi il mezzo attraverso cui poter sostenere la propria famiglia, contribuire al benessere sociale, permetterci di vivere serenamente con gli altri.Oggi, San Giuseppe, Festa del Lavoro troppi lavoratori sono obbligati a non fermarsi. Quello che stupisce è che non sono coloro che operano nei servizi essenziali, quelli a volte sono ridotti, ma sono soprattutto i lavoratori del commercio che, con le nuove norme sulle liberalizzazioni, si trovano a dover sopportare continui e numerosi turni festivi. Aperture senza necessità, aperture senza umanità, aperture senza senso della famiglia. Oggi, mentre qualcuno passeggerà sereno con coniuge e figli, ci saranno figli che non vedranno la madre sino a sera, che forse non hanno passato la giornata con i genitori nemmeno il venticinque aprile, che forse domenica potranno godersi solo il padre o la madre. Quante donne e quanti uomini costringiamo ad essere genitori a targhe alterne o coniugi a tempo perso. Far lavorare alla festa non significa riorganizzare i turni di riposo, significa stravolgere il nostro tessuto sociale, ostacolare le relazioni familiari e di amicizia, significa non rispettare la vita delle persone.Oggi, San Giuseppe, Festa del Lavoro occorre guardarci allo specchio e non nascondere le nostre responsabilità di consumatori, imprenditori, elettori e amministratori, pensando a come attuare le scelte più proficue per risanare questa situazione che abbiamo creato. Non arrivando risposte dalla politica nazionale, chiedo con fiducia ai nostri amministratori locali che, in un quadro di conclamata incertezza normativa, sappiano fare rete per valutare quali siano le possibilità operative più proficue per governare questo fenomeno. Richiamo anche la responsabilità degli imprenditori del commercio, ben consapevole che questa economia senza nomi e senza volti, condotta da multinazionali del commercio che nel territorio affondano solo fondamenta di prefabbricati, dovranno veramente “convertirsi “ per dimostrare di attuare scelte economiche che abbiano un forte contenuto di socialità.Oggi, San Giuseppe, Festa del Lavoro in un momento in cui il lavoro scarseggia, in cui i giovani faticano enormemente a trovare occupazione e speranze per il futuro, in cui le imprese sono in difficoltà e faticano ad avere credito, uniamoci tutti, sindacati,imprese e politica nella volontà di trovare progetti a sostegno di nuova occupazione. Certo nessuno ha la soluzione in tasca, nessuno può prevedere con certezza il futuro che ci aspetta ma, dopo questo primo periodo di liberalizzazioni, possiamo avere una certezza: la nuova occupazione non si crea con il lavoro festivo.Oggi è San Giuseppe, è la Festa del Lavoro!

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