Offriamo 500 posti di lavoro

Ill.mo direttore, leggendo l’intervento di Aurelio Ferrari su «Il Cittadino» (“Fermiamo la nuova logistica”, pubblicato in prima pagina ieri 22 novembre, Ndr), in qualità di professionista incaricato dalla proprietà Europharco srl e progettista della proposta di trasformazione “Cittadella della Logistica Cascina Battaglia” di Casapusterlengo, mi trovo costretto a chiederle ospitalità per alcune doverose precisazioni sull’argomento. Premesso che comprendo le difficoltà di valutazione, da parte di chi conosce il tema da quanto è sommariamente emerso in un articolo pubblicato qualche settimana fa dall’amministrazione di Casalpusterlengo, io stesso del mestiere, ho dovuto affrontare per circa un anno, una attenta analisi sul problema, prima di aver acquisito le conoscenze per valutare e stendere la proposta, precisando che ad oggi il progetto di massima non è ancora stato ufficializzato, e pertanto non se ne conoscono i contenuti.Questa proposta è molto articolata e andrebbe illustrata bene, giusto per condividere con l’opinione pubblica i ragionamenti che si sono fatti e dove ci hanno portato, per questo, negli ultimi due mesi abbiamo attivato una sorta di percorso partecipato avviando consultazioni con i rappresentanti di categorie, di parti sociali e di portatori d’interesse del territorio lodigiano, finalizzata a raccogliere tutte le istanze e le perplessità, per poi tradurle trasparentemente e coscientemente in risposte da dare in una presentazione pubblica, con dibattito. Per questo motivo abbiamo chiesto all’amministrazione di Casalpusterlengo di poter usufruire della sala del Teatro Comunale per una serata in data da definirsi.Ora per evitare ulteriori ed approssimative valutazioni, ed anche strumentalizzazioni fine a se stesse o politiche a dir che si voglia, cercherò sinteticamente di sgombrare il campo da alcuni fraintendimenti:• L’operatore è un imprenditore che sfama 1000 famiglie sul territorio nazionale e 700 nel Lodigiano e non Babbo Natale, chiaramente intraprende, investe e rischia per il suo tornaconto.• L’operatore si sviluppa sul territorio nazionale con 100.000 mq di superficie creando un rapporto occupazionale unico, una unità forza lavoro ogni 100mq.• L’operatore è un imprenditore del settore logistico principalmente per quella logistica specializzata, il farmaco, che garantisce l’efficienza al nostro sistema sanitario, oltre ad essere operatore doganale autorizzato.• L’operatore negli ultimi 6 anni ha avuto la necessità di espandersi con un trend di 20.000mq ogni due anni, pertanto intende programmare e pianificare il futuro, l’alternativa è fermarsi con il rischio di perdere competitività, certo sopravvivendo magari riducendo la forza lavoro.• L’operatore è proprietario di un area, adiacente al comparto industriale “Lever”, attualmente agricola, ma interclusa tra la linea ferroviaria Mi-Bo e due provinciali la SP22 che collega la Via Emilia con la Sp 27 (Maleo-Castiglione-Turano-Lodi) e la SP 222 per Vittadone, su cui insiste Cascina Battaglia edificato rurale DISMESSO destinato a scomparire se non viene rifunzionalizzato, mentre l’area libera poco più di 300.000 mq è coltivata e produce reddito.• L’operatore propone di realizzare una cittadella della logistica, con centro servizi, per se ed altri operatori che vorranno insediarsi a determinate condizioni, con un piano industriale e solo dopo aver sottoscritto garanzie occupazionali, secondo «Le linee guida per le aree esogene» approvate dal consiglio provinciale, ciò per chi non lo sapesse impedisce di realizzare un fabbricato se non c’è l’utilizzatore finale, inoltre nessun capannone verrà realizzato prima di aver creato l’infrastruttura di supporto, altrimenti non sarebbero competitivi.•Nulla potrà partire se non ci saranno le condizioni economiche sostenibili per realizzare tale intervento, per onestà di cronaca, se quest’area sarà trasformata dal PGT si dovranno cercare dei partner che finanzieranno l’operazione, certo è che si stanno mettendo in campo tutte le energie possibili per raggiungere l’obiettivo nell’interesse di tutti.• Che ci sia bisogno della logistica penso sia ormai un dato appurato, la produzione viene sempre più portata all’estero per la non competitività del mercato del lavoro italiano, ma soprattutto qui nella regione più antropizzata d’italia si continua a consumare e nello specifico settore, haimè continueremo ad avere bisogno di farmaci.• Che ci siano enormi margini di sviluppo è altrettanto risaputo(evidentemente non da chi ha scritto l’articolo), cito un dato: ogni anno perdiamo 2milioni di containers dei quali uno destinato al nostro mercato ed uno destinato alla Svizzera ed alla Baviera, che dal Mediterraneo vengono dirottati sui porti del Nord Europa Rotterdam-Amburgo, per poi ritornare principalmente via gomma sui nostri mercati, ciò significa perdere tasse portuali, iva, lavoro trasportistico e logistico pari allo 0,5 punto di PIL” come dice il Piano Nazionale della Logistica di recente redazione. Secondo recenti studi “ i costi del non fare” l’efficienza logistica arriveranno nel 2020 a 270miliardi di euro.• Pertanto ora chiedo a chi si preoccupa del territorio lodigiano pensando di ragionare ad area vasta se per caso conosce queste tematiche.• Il mercato chiede efficientamento, concentrazione di grandi volumi in piattaforme organizzate e dotate di servizi, collocate in zone strategiche, dove i tempi di percorrenza e l’infrastutturazione sono elementi fondamentali per dare competitività, il fenomeno va pianificato e governato, fino ad ora sul nostro territorio è successo l’esatto contrario, proliferazione a macchia d’olio di capannoni e micrologistiche realizzate in zone impensabili, irraggiungibili, senza alcuna partecipazione economica per le ricadute ambientali e di traffico prodotte, che si chiama perequazione, e qui mi vien spontaneo chiedere a chi grida al lupo, al lupo, dove fosse quando tutto ciò si decideva e succedeva, se i capannoni restano vuoti e le aree dismesse non sono appetibili nonostante siano sul mercato ad un prezzo irrisorio... ci sarà un motivo? Io dico di sì. • Cercando di non dilungarmi troppo vorrei porre all’attenzione questo ragionamento in merito alle aree dismesse, oggi il nodo di Casalpusterlengo con quello di Lodi capoluogo, sono quelli che soffrono più di tutti il problema del traffico, che si traduce in incidenti stradali, allungamento oltremodo dei tempi di percorrenza fino a far perdere competitività ed appetibilità all’intero territorio lodigiano, come siamo arrivati qua? perchè non si sono fatte le strade prima dei capannoni? dobbiamo chiederlo a chi ci ha amministrato fino ad ora... non ha caso sono state previste infrastrutturazioni, come la tangenziale-autostrada(per dimensioni e costi) di Casalpusterlengo, e la bretellina di collegamento tra la nuova rotatoria del “S.Carlo” e l’area Lever, consumo di suolo prevista per la prima 1.300.000mq e 103.000mq per la seconda, la prima in attesa di un piccolo finanziamento di 130.000.000 di euro, pertanto da quanto conosco non realizzabile nel breve periodo, mentre per la seconda ancora da progettare e finanziare con costi stimati per 9,5-10,5 milioni di euro in funzione di chi effettuerà l’esproprio (pubblico o eventuale privato), ci potrebbe essere la possibilità di realizzarla nel prossimo quinquennio se collegata e finanziata dalle perequazioni scaturite dalle aree di trasformazione previste dai PGT dei comuni d’ambito.• Però sta di fatto che le tanto auspicate aree dismesse private, prima fra tutte quelle della ex raffineria con i suoi 530.000mq pronti o forse da bonificare, che mi pare(non ne sono certo) non abbia portato in dote alcuna perequazione da destinare alle infrastrutture (ma abbia ottenuto contributi pubblici per le bonifiche), in questo momento collegata ai due caselli autostradali dell’A1 con i seguenti tempi di percorrenza testati personalmente non negli orari di punta, in media 43 minuti su quello di Lodi e 24 su quello di Casalpusterlengo oltre i 30 su quello di Piacenza Nord... se dovesse partire con attività logistiche a pieno ritmo con i 300 camion al giorno stimabili, quali ricadute avrebbe sul sistema viabilistico attuale? Probabilmente arriveremmo al collasso e con quali conseguenze?• Ulteriore perdita di competitività dell’intera area d’influenza del polo attrattore Casalpusterlengo-Codogno, che si tradurrebbe inevitabilmente in sofferenze delle attività economiche esistenti... Mettendo a rischio altri posti di lavoro, se a quest’ipotesi dovessimo aggiungere altri 100.000 mq di logistica pronti nell’area lever anch’essi senza perequazioni infrastrutturali, cosa succederebbe a Casalpusterlengo?• Scusate l’analisi catastrofica, ma effettuata da chi fa Valutazioni Ambientali Strategiche, volte a supportare la pianificazione ai vari livelli ed abituati a valutare gli scenari che si potrebbero verificare adottando le diverse soluzioni, pertanto vorrei ora portarvi a valutare la nostra proposta in attesa di poterla meglio illustrare nell’incontro pubblico programmato, lasciando ai cittadini il giudizio, aggiungendo solamente se questa operazione non partisse dopo essere stata inserita nel PGT cosa succederebbe? Nulla... al peggio se non ci fosse richiesta dal mercato dopo aver avviato le opere infrastrutturali, la cittadinanza di Casale si troverebbe realizzata la bretellina e riqualificata una cascina senza alcun consumo di suolo oltre quanto già previsto, ma dopo aver dato comunque lavoro a diverse famiglie lodigiane, questa non si chiama opportunità?VIABILITA’1 – Prima di costruire il primo capannone consentirà la realizzazione della bretellina di collegamento tra via Lever e lo svincolo del S.Carlo sp 22-ex ss234 prevista dal piano provinciale della giunta Felissari.2 – Arteria realizzabile nel prossimo triennio complementare ed a supporto della futura tangenziale in attesa dei finanziamenti (120.000.000 euro) e non in sostituzione della stessa.3 – Probabilmente se venisse realizzazione la bretellina ci sarebbero le condizioni per rivedere il dimensionamento della tangenziale risparmiando suolo per almeno 500.000 metri quadrati e riducendone i costi del 50% aumentandone la probabilità di realizzazione.4 – Questo collegamento darà competitività alle aree dismesse e/o adiacenti, ex Sarni Gulf e comparto Lever.5 – Riduzione del traffico di attraversamento sulla Via Emilia (con possibilità di divieto per i mezzi pesanti), attesa da venti anni.6 – Riduzione degli incidenti stradali sul nodo di Casalpusterlengo (solo nel 2011 70 incidenti).

OCCUPAZIONE1 – Prima di costruire il primo capannone per la realizzazione della bretellina di collegamento tra la via Lever e lo svincolo del S.Carlo sp 22-ex ss234, se gestita dal privato, darà lavoro: ad almeno 5 studi professionali; ad almeno 15 imprese e artigiani locali (es. movimento terra, edili, muratori, carpentieri, fabbri, idraulici, cartongessisti, imbianchini, piastrellisti, giardinieri, arredatori, ecc.).3 – Per la costruzione in più stralci nell’arco di un quinquennio (capannoni) della parte produttiva si darà lavoro: ad altri 10 studi professionali, ad almeno 30 imprese e artigiani del territorio.4 – A pieno regime questo comparto creerà 500 nuovi posti di lavoro.5– Per le successive ordinarie fasi manutentive si darà lavoro ad altri 10 studi professionali, ad almeno 20 imprese e artigiani del territorio.

UTILIZZO DEL SUOLO1 – La proprietà, 1/3 di quella occupata da Ceva/Prologis ed 1/7 di quella occupata dall’area Mirandolina, si estende su una superficie di 345.660 mq di cui 21.106 mq sono occupati dalla cascina dismessa e dalle sue aree pertinenziali.2 – La proposta progettuale, finalizzata alla realizzazione di una cittadella della logistica con centro servizi integrato, prevede di utilizzare la superficie facendo particolare attenzione al consumo di suolo:- 21.000mq di cui 5.000 coperti per il recupero della cascina per realizzare il centro servizi;- 110.000mq di superficie coperta da destinare alle attività produttive (logistica, terziario, commerciale);- 61.000mq di superficie per la realizzazione di strade e parcheggi privati di pertinenza della lottizzazione;- 22.000mq di superficie per la realizzazione della viabilità pubblica che attraverserà il lotto;- 60.000mq destinati a verde privato ed alle prime opere di mitigazione ambientale;- 71.000mq di superficie destinati alle attività agricole e preesistenti come cuscinetto di salvaguardia verso l’aperta campagna.3 – Concentrando le attività produttive attorno a delle ipotetiche “corti” come per quelle rurali si riesce ad ottimizzare il consumo di suolo mantenendo 1/5 della superficie.4 – Se questo progetto portasse ad un ridimensionamento della tangenziale tutto si realizzerebbe senza consumare un solo metro in più di area agricola.Concludendo, caro direttore le chiedo eventualmente se fosse possibile illustrare meglio la proposta anche sulla sua testata. Sono sempre più convinto che si tratti di una occasione unica per rigenerare una parte di territorio lodigiano compromessa dalle carenze infrastrutturali generate da processi e scelte non troppo accorte. Grazie.

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