Obbligo vaccini nelle aziende del Lodigiano, arriva lo stop dei sindacati

Ma ci sono già segnalazioni di “pressioni” da parte delle imprese

Obbligo dei vaccini anti-Covid nei posti di lavoro, prime segnalazioni di pressioni esplicite, ed indebite, nelle aziende lodigiane. Al di là del sentore di qualche invito a volte troppo spinto, soprattutto nelle piccole aziende un po’ di tutti i settori, la prima accusa vera e propria arriva a una ditta metalmeccanica della Bassa, circa 150 dipendenti, ma al momento ai sindacati non sono ancora arrivate denunce. Il dibattito nazionale sull’obbligo del green pass per l’accesso a determinati servizi e attività, alla scuola e anche sul posto di lavoro arriva nel Lodigiano. Dalla Bassa arriva la segnalazione che una ditta metalmeccanica ha spinto i propri dipendenti al vaccino annunciando la messa in cassa integrazione, già aperta per uno stato di crisi perdurante dall’inizio della pandemia e rinnovata solo un mese fa, per coloro che rifiutano di vaccinarsi. Nello specifico, la questione è sollevata dai familiari di un lavoratore che ha patologie tali per cui il vaccino è sconsigliato.

«Non ci risultano però segnalazioni formali o denunce di questo tipo – dice Giuseppe Rossi della Fim Cisl -. Approfondiremo la questione in questi giorni. Noi distinguiamo chiaramente due situazioni diverse. La campagna vaccinale è positiva, siamo favorevoli perché è la chiave per la ripresa. D’altra parte, non si può pensare di imporre l’obbligo del vaccino. Abbiamo sottoscritto protocolli stringenti sulla sicurezza dei lavoratori nella fase più acuta della pandemia, non si può pensare che un’azienda adotti pressioni indebite per costringere i lavoratori a vaccinarsi. Siamo sempre aperti al dialogo e a valutare accordi sindacali che tengano insieme la tutela delle libertà individuali dei lavoratori e le esigenze di produzione delle aziende». La Cgil ha in generale un atteggiamento anche più rigido nei confronti degli obblighi vaccinali, ma in questo momento nel Lodigiano non si vedono problemi all’orizzonte: «Non ci è arrivata segnalazione del caso specifico, e in generale per ora non sentiamo pressioni da parte delle aziende almeno nel settore metalmeccanico – spiega Massimiliano Preti della Fiom Cgil – Al contrario, sono gli stessi lavoratori che nella stragrande maggioranza dei casi sono favorevoli ai vaccini. È evidente che non ci possono essere comunque pressioni aziendali in questo senso, seguiremo la vicenda».

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